Napoli-Barcellona, tra il lascito di Ancelotti e le speranze di Gattuso: comincia oggi la marcia di avvicinamento alla sfida coi blaugrana.
Terza volta agli ottavi di Champions League, terzo avversario proibitivo: Chelsea, Real Madrid e ora Barcellona. E’ proprio il caso di dirlo: nel torneo delle stelle, il Napoli non è seguito da una buona. E proprio nel momento di maggiore difficoltà, la sorte pone gli azzurri dinanzi ad un colosso del calcio mondiale. Per carità, siamo soltanto a metà dicembre e l’attesa è già insostenibile. Messi e il resto della compagnia metteranno piede al San Paolo, per la prima volta in una competizione ufficiale, e già per questo viene da sorridere. Il 25 febbraio, Napoli e Barcellona daranno il via alle ostilità, tra mille suggestioni e sogni colmi di speranza. Ma anche e soprattutto tra i mille punti interrogativi di una squadra (quella azzurra) ormai in perenne crisi di identità. Una crisi che Gattuso conta di risolvere per l’appuntamento di gala, contro quel Barcellona che tante volte ha affrontato da calciatore.
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Probabilmente, per Gattuso, l’ottavo di Champions League è l’unica cosa utile (e positiva) ereditata dalla precedente gestione. Ancelotti ha lasciato più macerie che basi sulle quali ripartire: uno spogliatoio esasperato al tal punto da rompere con la società ed il tecnico; un gioco assente e completamente svuotato di qualunque identità o caratteristica peculiare; una rosa forte in ogni reparto, eccezion fatta per la voragine lasciata nel centrocampo; una squadra divorata dalle incertezze e ormai priva di qualunque sicurezza tecnica e tattica; un ambiente sfiduciato e disamoratosi di una gestione mai entrata realmente in sintonia con la piazza. E potremmo continuare ancora.
Come se tutto questo da solo non bastasse, Gattuso ora sarà costretto ad accelerare ancor più del dovuto il percorso di riabilitazione del proprio Napoli. L’ottavo di Champions contro il Barcellona impone una deadline alla quale non bisogna tardare. Un appuntamento che gli azzurri dovranno onorare senza esclusione di colpi e senza tralasciare un campionato ormai disperato e una Coppa Italia vera ed unica salvezza della stagione. Perché chi dorme non piglia pesci e questo Napoli ha già dormito abbastanza. Ed è giunto il momento che Gattuso lo risvegli a tutti i costi. Anche con le brutte.
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