Napoli e Juve in contemporanea, ADL ci prova: ma non sempre è andata bene…

Il Napoli chiede di giocare in contemporanea con la Juve: ma non sempre è andata bene…

Giocare in contemporanea con la Juve: il Napoli ci prova. È partita la richiesta da parte di De Laurentiis alla Lega, per far sì che di queste ultime 4 partite, decisive per lo scudetto, se ne possano giocare il più possibile contemporaneamente con la Juventus. Una richiesta legittima, anche per garantire che il risultato dell’una non condizioni quello dell’altra, ma non è detto che sia un’opzione possibile per Napoli e Juventus. La Lega le regole le ha stabilite ad inizio campionato: l’obbligo di contemporaneità è obbligatorio solo per l’ultima giornata, in programma domenica 20 maggio.

Il resto, come ha ricordato il commissario Malagò, non dipende soltanto dalle società. “Sarebbe giusto, ma le squadre hanno stabilito determinate regole a inizio stagione e quelle regole sono state accettate con le tv. Le tv sono la loro massima fonte di introito e poi non è corretto cambiare in corsa. Non ho nulla in contrario, ma le parti d’accordo per correttezza devono essere due”. Così aveva parlato lunedì Malagò alla Rai.

Napoli e Juve in contemporanea? Si può fare, ma il Chievo…

Perciò si lavora per modificare il calendario e far sì che Napoli e Juve possano giocare le ultime gare della stagione (almeno le ultime due) in contemporanea. Le prossime due giornate del calendario sono state già definite ed è difficile che si cambi idea, qualcosa potrebbe accadere per la penultima, quando si giocano Roma-Juventus e Sampdoria-Napoli.

Un’opzione per garantire la regolarità del campionato, ma non necessariamente positiva per il Napoli: è vero che giocando in contemporanea è arrivata la vittoria con l’Udinese e il pareggio della Juve a Crotone, ma nel girone d’andata è arrivato anche lo 0-0 del Napoli col Chievo Verona e la vittoria della Juventus col Benevento. In totale, a conti fatti, quando si è giocato in contemporanea Napoli e Juventus hanno fatto gli stessi punti, 13 e 13. Un’arma a doppio taglio per gli azzurri o forse, più semplicemente, un aspetto ininfluente.