Caso Osimhen e plusvalenze Juve: ecco perché il Napoli non può essere punito

Polemiche dopo gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda Osimhen: le differenze con il caso Juventus

Polverone Napoli dopo le ultime intercettazioni sul caso Osimhen, risalenti al luglio 2020 e che vedeva protagonisti i dirigenti del club partenopeo.

Napoli, De Laurentiis e il caso Osimhen
Aurelio De Laurentiis (Ansa) – Calciomercato.it

Non devi scrivere nulla, non dobbiamo lasciare tracce nelle mail, a voce può dire quello che ti pare. Speriamo rifiutano, altrimenti dovremo darci alle rapine“, il dialogo intercettato all’epoca tra l’ex Ds Giuntoli, il vice Ds Pompilio e l’ad Chiavelli. 

Il tutto ovviamente riferito al passaggio di Osimhen al Napoli per 71 milioni di euro complessivi dal Lille, con il patron De Laurentiis però che sborsò 50 milioni cash e la restante parte coperta attraverso i cartellini dei discussi Karnezis, Liguori, Manzi e Palmieri. 

Napoli, Procura federale e differenze con la Juventus: le ultime sulla vicenda Osimhen

La situazione sta generando diverse polemiche, specialmente per il confronto con la vicenda relativa alla Juventus e il caso plusvalenze che ha portato alla penalizzazione in classifica dei bianconeri nella stagione 2022/2023.

Osimhen durante una partita
Victor Osimhen (LaPresse) – Napolicalciolive.com

Tra i due casi ci sono comunque delle differenze, con la Procura federale e il procuratore Chiné che non hanno riaperto il processo a carico del Napoli, considerando che gli elementi raccolti non sono stati ritenuti sufficienti lo scorso aprile. Giuntoli e Pompilio non risultato indagati, mentre i PM hanno chiesto il rinvio a giudizio per Chiavelli e il presidente Aurelio De Laurentiis. Da quello che sta emergendo dall’indagine della Procura di Roma, l’inchiesta sul patron De Laurentiis non avrà rilevanza sportiva per il Napoli e quindi nessuna eventuale penalizzazione in classifica. Il procuratore Chinè non ha ritenuto infatti sufficienti gli elementi per riaprire il caso per la Procura sportiva e i termini sono adesso scaduti.

Solo in un caso – scrive il ‘Corriere dello Sport’ – potrebbe riaprirsi il filone sportivo, ovvero se dall’inchiesta della Procura di Roma emergessero nuovi elementi e intercettazioni. Però è difficile immaginare che a Chiné (lo scorso aprile) non siano arrivati tutti gli atti e i fascicoli dell’indagine sul caso Osimhen. 

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