Perennemente incerottata ma sempre battagliera, è la Lazio di Reja

 

di Nicola Lo Conte

 

Per una volta, i maestri dell’arte di arrangiarsi stanno a Roma. La Lazio in questa stagione è stata falcidiata da una serie di infortuni record – si conta una media di cinque forfait a partita – che hanno colpito ciclicamente tutti i reparti, e più di una volta Edy Reja è stato costretto, come si suol dire, a friggere il pesce con l’acqua. Anche nella compilazione della lista dei convocati per il match di domani contro il Napoli, bisognerà tenere conto dell’infermeria piena; ma a dispetto di questo, e anche di un gioco non sempre brillante, i biancocelesti stanno conducendo un campionato di alto profilo, dando continuità a quello precedente altrettanto positivo, e la terza posizione in classifica sta lì a certificarlo. Tuttavia il momento è particolare: dopo la vittoria nella stracittadina con la Roma di un mese fa, sembrava che l’aquila avesse spiccato definitivamente il volo, ed invece, una vittoria e tre sconfitte nelle ultime quattro gare la tengono ancora in piena bagarre per la conquista del pass Champions.

 

Accusato di immobilismo tattico quando era sulla panchina del Napoli, Reja ha mostrato di saper cambiare pelle alla sua squadra a seconda delle necessità; anche perché quest’anno non ha praticamente mai potuto schierare la stessa formazione per due volte di fila. La sua Lazio, ad ogni modo, si modella principalmente su un 4-2-3-1. Davanti a Marchetti, che dopo l’annata infelice vissuta da fuori rosa a Cagliari ha ritrovato il campo ed ottime prestazioni (memorabile quella dell’andata al San Paolo), la linea difensiva è solitamente molto bloccata, con gli esterni che tendono a centellinare le loro discese per non sbilanciare la squadra; ciononostante il reparto, che non ha mai trovato compattezza anche a causa delle ripetute assenze (e domani mancheranno Dias e Radu, più il jolly esterno Lulic, importantissimo per gli equilibri complessivi), è andato spesso in grande sofferenza, come testimoniano i 24 gol subiti nelle 14 gare di campionato da inizio 2012. La chiave per scardinarla domani potrebbero essere gli aggiramenti laterali, dato che Scaloni e Konko sono più attaccabili sul piano fisico dei corazzieri Biava e Diakitè al centro. A centrocampo, stanti le assenze di Brocchi (certa) e Matuzalem (probabile), la cerniera centrale dovrebbe essere composta da Ledesma e Cana, che pur facendo molta quantità non sono esattamente dei fulmini di guerra, e se il Napoli riuscisse ad alzare i ritmi in quella zona potrebbe prenderne possesso. La fase offensiva della Lazio, fuori Klose, perde moltissimo per la quantità e qualità offerta dal tedesco, ma attenzione ai tre trequartisti: Hernanes e Mauri soprattutto hanno piedi buoni e tempismo negli inserimenti, e se non controllati adeguatamente possono creare molti problemi, senza dimenticare Gonzalez che in quella posizione agirà sostanzialmente da tornante. Sarà dunque fondamentale evitare di concedere gli spazi tra le linee (situazione tattica da sempre sofferta dal Napoli) e i tagli in profondità dell’esperto Rocchi.

 

Il vantaggio per la Lazio sarà quello di giocare su due risultati su tre, per entrambe le squadre la posta in gioco sarà alta dunque si potrebbe assistere specie nelle fasi iniziali ad una lunga partita a scacchi, che potrebbe essere risolta anche da giocate individuali.

 

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