RIMESSA D’AFFONDO – “Goran il Grande”

Il Napoli ritrova i tre punti grazie alla doppietta di Cavani e ad una rete del macedone

 

 

di Domenico Ascione

 

Habemus Pandev! Finalmente, dopo un digiuno lungo più di un mese, l’équipe di Mazzarri riassapora il salvifico aroma del successo tra le mura amiche. Un inizio di gara folgorante, quello dell’undici azzurro: scambi veloci, giro palla, pressione incessante; l’Atalanta è annichilita, inerme, senza scampo e senza idee. Sembra il preludio ad una goleada, e invece…

Minuto 4, triangolo stretto fra Zúñiga e Hamšík, colombiano giù per terra e Valeri col dito puntato verso il dischetto. Batto io, batti tu, batte lui? Nient’affatto; dagli undici metri si presenta il Matador Cavani alla ricerca del gol perduto. Il tiro non è granché, ma la palla va dentro e tanto basta per far esplodere il San Paolo. La squadra appare brillante, vogliosa, però il raddoppio non arriva. Arriva, beffa delle beffe, il pareggio orobico. Filtrante di Giorgi per “core ‘ngrato” Denis, sfera al centro per Jack Bonaventura che la liscia stile Raoul Casadei. Pericolo scampato? Neanche per sogno. Già, perché come si sa, la fortuna è cieca ma la sfiga c’ha più gradi di un’aquila. Ci pensa infatti capitan Cannavaro a buttarla dentro, con una maldestra pettata che trafigge l’incolpevole De Sanctis (il quale avrà modo di rifarsi più tardi, naturalmente). Gli ospiti prendono coraggio e con Carmona sfiorano addirittura il clamoroso sorpasso. Si va al riposo sull’1-1, la scimmia sempre sulla spalla e lo spauracchio di un Diavolo affacciato alla finestra. Per fortuna nella ripresa la musica cambia: il cecchino uruguagio s’è sbloccato e s’inventa un’autentica gemma. Però i nerazzurri non ci stanno mica, e così, sull’ennesima uscita a vacante dell’ineffabile Pirata-Morgan, trovano il secondo pareggio della loro giornata. Finita? Proprio per niente. D’altronde, come si dice, “spes ultima dea”, e la Dea va al tappeto solo a dieci dal termine. Numero in area di Insigne, cross di Armero e zampata vincente di Goran Pandev. Il 19 quasi non ci crede, fa segno di no con le mani, poi alza gli occhi al cielo a ringraziare l’Altissimo. Il condottiero macedone è tornato, una battaglia è vinta, ma evidentemente manca ancora la guerra.

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