di Gennaro Arpaia (Twitter: J3nius9)
Operazione riuscita.
Battere lo Swansea e approdare agli ottavi di finale di questa Europa League era l’obiettivo ed è stato centrato in pieno dai ragazzi di Benitez dopo il 3-1 finale rifilato ai gallesi.
Un quarto d’ora bello, positivo, che sfocia nel gol di Insigne. Bello, bellissimo.
Poi, come quasi sempre, l’involuzione, quel rinculare fisico e mentale che porta il Napoli spesso a perdere terreno e lasciare il pallino agli altri, siano essi del Genoa, dello Swansea o dell’Arsenal.
Ecco come si spiega il gol ospite di De Guzman: errore, certo, di un giocatore, forse due, ma soprattutto frutto di un modo di giocare che poi non ti porta da nessuna parte.
Il Napoli è stato confusionario, fino a cinque minuti prima del gol di Higuain: ai lanci lunghi ha sostituito la manovra, ha trovato la freschezza di Mertens e meno palle perse del duo Inler-Behrami.
Naturale trovare il raddoppio.
Logico anche soffrire nel finale. Un po’ troppo, forse, perché il Napoli avrebbe almeno due occasioni nitide per siglare il 3-1 prima che lo faccia Inler.
Superato il Galles, è la volta del Portogallo.
Il Porto, avversario di caratura decisamente importante, naviga in acque europee da sempre, anche se sarebbe da ritenere decisamente deludente il doppio pareggio col Francoforte che premia i portoghesi solo per il maggior numero di gol in trasferta.
Si ritroverà Martinez, a lungo fantomatico vice-Higuain la scorsa estate, si ritroverà una squadra affrontata sempre in Europa quarant’anni fa.
La poca solidità difensiva mostrata ieri potrebbe determinare in negativo la trasferta lusitana e compromettere quindi anche il ritorno al San Paolo.
Albiol-Fernandez saranno dunque richiamati agli straordinari, tra campionato e coppa. E Benitez a far quadrare il cerchio.
Fuorigrotta darà una mano, come sempre, ma per avere la testa alta al ‘Do Dragao’ bisogna riparare, e subito.






