Quando Damato di Barletta fischia, con qualche secondo d’anticipo sui cinque minuti di recupero concessi, la fine del match, si sentono, in giro per il mondo, milioni di sospiri di sollievo. È fatta. Il Napoli ha ritrovato la vittoria in trasferta e l’ha fatto nella serata della verità, in una domenica di inizio maggio che sapeva di dentro o fuori. Non senza sofferenza, però; come se Torino-Napoli fosse in realtà non una sola partita, ma un intero campionato compresso in 95 minuti di gioco.
Prima un Napoli spettacolare, che mostra al campionato tutta la sua qualità; trame di gioco mai viste in questa Serie A ad altre latitudini, un gruppo pronto a muoversi come un corpo unico, soprattutto un fuoriclasse coi piedi d’oro e la precisione di un cecchino che veste la maglia numero 9. Accanto a lui un’orchestra di prim’ordine, con gli acuti di Hamsik ed Insigne, la strepitosa efficenza di Callejòn, l’inamovibilità di Allan.
Dura tutto poco più di un’ora, perché il gol di Bruno Peres che ridà speranze al Torino dopo che i granata non hanno mai visto l’area azzurra per 66 minuti, sembra un po’ quello di Zaza che, a metà febbraio, ha cambiato le sorti degli azzurri. Sul 2-0 la squadra di Sarri ha avuto più di una chance per affondare il colpo, gettando alle ortiche ogni occasione. E per oltre venti minuti chi non ha pensato che potesse finire come contro Juventus e Roma?
Ad aiutare il Napoli, però, stavolta ci ha pensato un po’ di buona sorte e tanta esperienza. Quella fatta nelle gare andate male, quella che ti ha permesso, a poco più di dieci minuti dalla fine, di sostituire Hamsik con i centimetri di David Lopez, senza togliere dal campo un Allan poi dimostratosi ancora una volta fondamentale.
Se la musichetta risuonerà al San Paolo il prossimo settembre, merito sarà di tutti, ma soprattutto di Gonzalo Higuain. L’argentino ieri ha dimostrato di essere leader silente, ma sempre efficace, regalando e regalandosi il gol numero 33 del suo spettacolare campionato. E se la caccia a Nordahl si è fermata all’aggancio di Angelillo è solo perché Padelli prima e il palo poi si sono opposti al suo incredibile piede destro.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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