Cavani, i dettagli sulla cessione: “Stava per andare al City ma poi…”

Edinson Cavani col PSG @Getty Images
Edinson Cavani @Getty Images

La cessione di Edinson Cavani è stato sicuramente uno degli episodi più rilevanti della storia recente del Napoli. L’uruguaiano andò al PSG per l’interezza della clausola rescissoria e gli azzurri investirono nella squadra con quei soldi. A distanza di anni uno degli intermediari della trattativa rivela i segreti della cessione.

La chiusura e le ore di follia

Bernardo Brovarone, che si occupò personalmente della transazione, racconta a Calciomercato.com degli episodi davvero singolari. La cessione di Cavani è stata infatti molto meno semplice del previsto.

Inizialmente il giocatore doveva finire al Manchester City. Poi però, in una giornata, cambiò tutto. Brovarone ricorda ancora quei momenti e ne parla in maniera candida. “Fu uno dei momenti più difficili mai vissuti. La trattativa era praticamente chiusa con il City, mesi e mesi di negoziazioni. Ero stravolto, il Napoli che pretendeva la clausola per intero senza nessuno sconto e il City, o meglio Roberto Mancini, che voleva solo e soltanto lui. Salvo poi essere licenziato improvvisamente e senza avviso in 48 ore dallo sceicco Mansour”.

Un evento che, di fatto, fece saltare tutta la trattativa. Ero un uomo distrutto, non mi riprendevo più, eravamo arrivati all’arrivo di una trattativa così lunga e complicata, ma scemò tutto in due ore di una maledetta mattinata londinese”.

Dalla Russia con furore…o no

Abbandonata l’opzione City, arrivò lo Zenit. E anche la trattativa con i russi fu molto sofferta. “Tutto si svolse con i russi a Napoli. Tre giorni di follia con il direttore dello Zenit, offrimmo fino a 58 milioni ma il Presidente De Laurentiis non accettò neanche quella proposta…e fece pure bene“.

Questo perché poi, alla fine, arrivò il PSG a prelevare Cavani. “I 67,5 milioni della clausola gli furono versati poi dal Paris Saint Germain che con un blitz del suo direttore arguto e competente Leonardo si portò a casa il giocatore. E a me portarono a casa la guardia medica, non me avevo praticamente più!”.

Un “lieto fine” che forse i tifosi del Napoli avrebbero evitato ma che è poi servito a rendere la squadra più competitiva per il presente ed il futuro.

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