La battaglia di Sarri: la FIFA valuta una riduzione delle soste Nazionali

Sarri, Napoli-Cagliari ©Getty
Sarri, Napoli-Cagliari ©Getty

Ancora una settimana e poi sarà di nuovo Serie A. Intanto le ostilità rimangono in stand-by per lasciar spazio alla tanto temuta sosta per le Nazionali. In particolare Maurizio Sarri nelle ultime settimane pare aver ingaggiato un vero e proprio duello con le federazioni. Nel post-partita della sfida contro il Cagliari il tecnico azzurro disse: “Le Nazionali sono una problematica enorme. Nei primi tre mesi stanno settanta giorni con la nazionale: se fossi un presidente sarei già ricorso a tutti i tribunali europei.”  Una vera e propria avversione quella dell’allenatore del Napoli nei confronti delle selezioni nazionali, colpevoli di stravolgere il lavoro settimanale dei club. Non è infatti la prima volta che l’ex allenatore dell’Empoli pone sotto la lente di ingrandimento il problema. Sarri già nel post-partita contro il Feyenoord aveva tuonato: “Le Nazionali vanno completamente riformate perché non penso sia giusto che calciatori che costano un milione al mese ai presidenti, vadano via per dieci giorni per giocare contro Gibilterra e Malta. Va riservato un periodo all’anno alle Nazionali”.

Napoli, la riforma giusta per Sarri

Una polemica che stando alle ultime news Napoli continua ad andare avanti. Pronta la risposta di Michele Uva, dirigente della Federcalcio italiana, che a margine della cerimonia del premio Ghirelli ha detto: “La collocazione delle partite e delle finestre è tutta della Fifa, non della Federcalcio. C’è aperta una discussione ma dipende dai  format dei campionati. Con Ventura, e grazie alle società di A e B, abbiamo intrapreso il percorso degli stage, più semplice che cambiare le finestre internazionali“.

Qualcosa però nella struttura delle Nazionali potrebbe cambiare. Secondo quanto riportato dalla BBC, la FIFA pensa di modificare le finestre dedicate ai match per le Nazionali con meno soste, ma più lunghe. Due finestre nell’arco della stagione invece delle quattro attualmente in vigore, oltre allo spazio di giugno negli anni dispari. Si tratta ad ogni modo di una riforma difficile da attuare, visto che i calendari sono stati stilati fino al 2024, ma che soddisferebbe il volere di molti allenatori.

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