LIGHT BLUES – Il muro, lo scugnizzo e la risposta a Nedved

Josè Callejon © Getty Images

 

Partiamo oggi con una nuova rubrica, in cui la musica ed il calcio si uniscono e raccontano la storia della partita con un tocco…musicale. SoundsLikeLightBlues è il perfetto compromesso tra musica e passione per il Napoli. Non sbagliare musica, solo #SLLB suona l’azzurro!

Roma–Napoli non è stata una di quelle partite da tramandare ai posteri per la magnificenza delle giocate.

È stata una prova di concretezza, solidità e sudore. La difesa guidata da Reina, che a detta di molti doveva essere l’anello debole dello scacchiere azzurro, ha mostrato carattere oltre che qualità nelle giocate. Le difficoltà si sono mostrate solo sui soliti calci piazzati. Non per la difesa a zona, ma semplicemente per la differenza di stazza fisica.

La retroguardia del Napoli è stata un vero e proprio muro. Un muro sui cui gli avanti giallorossi si sono infranti come onde su una scogliera, senza alcuna speranza di successo. La storia insegna che i muri vanno abbattuti, ma non questo. Non è uno di quelli che divide popoli e vite, ma un solido muro di cinta che difende città e primato.

“Uè man, where are you going?”

Sarà stato questo il pensiero di Pallotta nel momento in cui Insigne si è ritrovato il pallone tra i piedi dopo il tocco di De Rossi. Sì perché il gol vittoria di Insigne è un magnifico trattato di scugnizzeria, in cui furbizia, improvvisazione, qualità e ciorta per ragioni di appartenenza si trovano nella stessa zona di campo: quella di Lorenzo.

L’essenza del blues in una giocata che ha paralizzato la difesa giallorossa, troppo lenta per le saette azzurre. Alla fine della partita Sarri decide di non parlare, ma grazie a questo brano possiamo immaginare il suo pensiero: “A few cigarettes to me, e me ne faje ie”. Andare via, verso il primato, verso la storia.

“Cosa sarebbe il bel gioco? Le triangolazioni?” Nedved stavolta l’ha detta proprio grossa, ma si sa che un genitore è disposto a dire di tutto pur di difendere un figlio, anche se chiaramente colpevole. Per far rinsavire il buon Pavel dalle sue assurdità servirebbe un pacchetto all-inclusive di corsi a Coverciano, ma è più divertente seguire con spirito ironico le sue dichiarazioni e pensare a noi, a nostro figlio.

Vai avanti figlio mio ribelle / ricorderai sempre / vai avanti / niente eguaglia lo splendore / Ora la tua vita non è più vuota / di certo il paradiso ti aspetta

Un figlio che sogna la perfezione, che insegue il posto che gli appartiene nel paradiso di questo sport. Il gioco azzurro è la risposta migliore a chi guarda in casa nostra con celata invidia, destabilizzando una bellezza mai vista dalle parti di Torino.

Restate sintonizzati su #SLLB !

A cura di Claudio Pomarico

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