Insigne: “Giocare nel Napoli per un napoletano comporta pressione ma è fantastico”

Insigne ©Getty Images

France Football ha intervistato Lorenzo Insigne, che al giornale calcistico transalpino ha parlato di vari argomenti, tra i quali le ambizioni del Napoli, il legame con la città, il suo amico Marco Verratti e la Nazionale.

Insigne, un napoletano nel Napoli

“Questo porta a vivere molta pressione, l’ho sentita fin dal primo giorno in cui sono arrivato qui perché ci si aspettava qualcosa di più da me. Ed è quello che ho cercato di fare rispetto agli altri giocatori, anche perché sono un tifoso del Napoli prima di essere un calciatore. Sono peggio di un ultra! Potrebbe essere una brutta cosa per alcuni, ma è così”.

Attaccante Napoli
Insigne © Getty Images

Napoli e la sua reputazione

“Non lo dico perché sono napoletano, ma chi viene a trascorrere qualche giorno di vacanza qui poi si innamora perdutamente della città. È la qualità di noi napoletani, sappiamo come ricevere. Quando discuto con i miei attuali compagni di squadra, nessuno di loro intende andarsene perché, al di là dell’attuale classifica, si sentono perfettamente a loro agio qui. È spiacevole che quando un giocatore riceve un’offerta dal Napoli e contemporaneamente anche dall’Inter, dalla Juventus o dal Milan, scelga quasi sempre di andare al Nord. Abbiamo un’immagine negativa, spero che cambi nel tempo “.

La situazione dell’Italia, privata di Mondiali 2018

“Penso di non essermene ancora reso conto. Io, Immobile, Verratti e Bonucci siamo i veterani del gruppo adesso, dopo l’uscita di scena dei vari Barzagli, Buffon, De Rossi e forse Chiellini. Ho ricevuto messaggi da loro pochi giorni dopo l’eliminazione, hanno detto che adesso tocca a noi riportar eil calcio italiano in alto, perché abbiamo la personalità e le potenzialità per  poterlo fare. Daremo tutto”.

Sull’amico Marco Verratti

“Siamo inseparabili, io, lui e Ciro Immobile. Nel suo lavoro, è il migliore del mondo, e non lo dico perché siamo stati compagni di squadra. Ho trascorso un anno con lui a Pescara, e già allora si vedeva che era un fenomeno. Marco poi non è ancora pienamente consapevole dei suoi mezzi, è un ragazzo eccezionale, ma è come se a lui non importasse”.

Impostazioni privacy