E’ ormai fatta per il trasferimento di Lorenzo Insigne al Toronto in estate: attacco a gamba tesa verso Aurelio De Laurentiis.
E’ di queste ore la notizia della separazione tra il Napoli e Lorenzo Insigne, prossimo al trasferimento in Major League Soccer al Toronto: il capitano azzurro saluterà il capoluogo partenopeo al termine della stagione in corso e lo farà da svincolato, senza dunque che la società possa incassare un euro. Un duro colpo per i tifosi che stanno già ‘purificando la ferita’, in attesa che dal mercato arrivi un sostituto all’altezza e in grado quantomeno di non sfigurare nel confronto con lo scugnizzo di Frattamaggiore.
Una spiegazione a questo divorzio ha provato a darsela Giovanni Improta, intervistato in esclusiva da ‘notizie.com’: “De Laurentiis voleva cacciarlo e dargli la responsabilità dell’addio. Il punto focale è che Insigne aveva capito la volontà del presidente di mandarlo via: diventi campione d’Europa, ti presenti per firmare il rinnovo e ti offrono cifre inferiori a quelle attuali… Questo ti fa capire di essere un peso. De Laurentiis si è comportato così già in passato, va in difficoltà verso coloro che si innamorano della città e sono amati dai tifosi. Non gli piacciono le prime donne, nel suo carattere c’è qualcosa che non va”.
Assoluzione piena per Insigne: “Gli è stato offerto meno di quanto guadagna attualmente, poi arriva un’offerta del genere… Ci ha riflettuto e ha scelto così. Ai napoletani dispiace, avrebbe potuto continuare guadagnando meno rispetto al Toronto e sarebbe diventato una bandiera indimenticata: non dico come Maradona, ma un signor calciatore sì. Ripeto, secondo me la volontà di De Laurentiis era quella di mandarlo via. Ho sempre considerato Insigne un punto fermo, un insostituibile, uno che inventa la giocata e ti fa vincere come Mertens. Lo stesso Spalletti ha ammesso di aver sbagliato col belga. I ripensamenti vanno bene, non mi piace che la stalla venga chiusa quando sono già scappati i buoi”.
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La magra ‘consolazione’ per l’ex centrocampista del Napoli è che Insigne abbia scelto l’estero e non l’Italia per proseguire la carriera: “In quel caso non l’avrei presa per nulla bene. Forse Lorenzo ha pagato quell’ammutinamento. Non capisco la gestione di alcune situazioni. La cessione di Manolas ad esempio: a Torino, a patto che si giochi, andremo senza un difensore in panchina. Sono molto critico, da dirigente una cosa del genere non l’avrei mai fatta”.
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