Il ritorno di Maggio, l’amuleto di Mazzarri

«La freccia azzurra» è tornata. E lo ha fatto da par suo, sgommando sulla fascia, sbriciolando con le sue accelerate l’avversario di turno, Gemiti, lino con i suoi proverbiali «tagli», fornendo un assist a Cavani e dando il suo eccellente contributo anche in fase difensiva, specie sui palloni alti. Christian Maggio è tornato e in campo si è notata la differenza. Il Napoli di Mazzarri non può farne a meno, in difesa e in attacco. La traversa colpita sabato sera con il Novara ne è un esempio lampante, come lo è stato la sofferenza disperata sui palloni alti nella maledetta trasferta col Chelsea.

Prima del successo col Novara, la splendida stagione degli azzurri si era fermata lì. E per lui al 25’ del primo tempo: contrasto con Sturridge, forte contusione alla caviglia, uscita dopo che l’avversario non aveva trovato l’opposizione dell’acciaccato esterno di Montecchio, servendo a Drogba il pallone del vantaggio. Da quel momento un calvario: altre due volte il balletto dentro-fuori. Sette giorni dopo, nella semifinale di Coppa Italia con il Siena (out dopo 41’), il 1° aprile a Torino (fuori causa ancora al 25’), per risentimento muscolare. A quel punto si è curato con calma, tornando freccia azzurra con il Novara.

Mazzarri ha tirato un sospiro di sollievo, perché con Maggio out il suo Napoli non ha solo perso tre gare di fila ottenendo appena 2 punti nelle ultime cinque, ma non ha mai vinto in questo campionato. Senza di lui anche il pareggio interno con la Fiorentina, con Christian inizialmente in panchina appena 2 punti: due pareggi (con Cagliari e Atalanta) e due sconfitte (Catania e Genoa). Studia da quarto tenore insomma, anche per altre cifre: sin qui 3 gol e 4 assist in serie A e due perle in Champions League. Il coast to coast strepitoso di Manchester con assist per il gol di Cavani al City, al debutto, e l’autorete di Badstuber contro il Bayern provocata dalla sua percussione con cross dalla fascia. Senza di lui la squadra perde in equilibrio, potenza e sicurezza, ma non diteglielo al mite Christian. «Il calo non è stato dovuto alla mia assenza – ha riferito sabato all’intervallo – il Napoli è forte anche senza di me. Mi è dispiaciuto non essere al fianco dei miei compagni, avrei voluto aiutarli nel periodo di difficoltà».

Maggio è uomo-squadra, fa gruppo, non è un solista ma un magnifico interprete del gioco collettivo. È un pupillo di Mazzarri, che ne ha sublimato le qualità già nella Sampdoria: con i blucerchiati 9 gol in una sola stagione, l’ultima prima del passaggio al Napoli, sancito l’11 giugno 2008 per 8 milioni. Gli inizi in azzurro non sono stati brillanti, Christian ha sofferto l’impatto con la «calda» Napoli. Poi ne è stato rapito. Con la moglie Valeria Mettifogo (che ha aperto a Napoli una società, la «V&V Events», che si occupa di organizzare matrimoni e kermesse) si gode il sole da Posillipo. Con il pubblico il feeling è consolidato anche grazie alla sua esultanza con «inchino» alla curva, con il club c’è totale simbiosi, dopo il rinnovo contrattuale sino al 2015 sottoscritto a gennaio scorso.

Maggio è destinato a scrivere pagine importanti nella storia del Napoli: è già nei primi 50 bomber dei campionati con 16 reti (18 comprese le coppe), è a quota 118 presenze, a due passi da Di Giacomo e Rossetti. Appassionato di giardinaggio e meccanica, a 30 anni Maggio si è legato a vita all’azzurro. Non si ferma mai, è un atleta eccellente, nel 2009 ha recuperato in appena 5 mesi dall’intervento ai legamenti del ginocchio destro (da marzo ad agosto). Ora sogna di affermarsi anche con l’altro azzurro: sinora 15 presenze con l’Italia, una nel Mondiale 2010, contro la Slovacchia dell’amico Hamsik.

In mente ha un finale di stagione da ricordare: vincere la coppa Italia col Napoli e disputare un grande Europeo con la Nazionale di Prandelli, di cui è titolare designato. «Ci attendono prima cinque finali in campionato – avverte – e vogliamo vincerle tutte». Christian è tornato ed ora non vuole fermarsi più.

Il Mattino

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