Cannavaro: “Insigne è unico nel dribbling”

 

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Li dividono dieci anni e ventidue centimetri. L’età, il fisico, ma non solo quelli. Pure il ruolo è assai diverso: difensore d’antica scuola italiana e familiare, infatti, Paolo Cannavaro; attaccante simil-brasilero, invece, Lorenzinho Insigne. Così diversi, eppure così uguali, i due. Ad unirli, in qualche modo a renderli “fratelli”, c’è che sono napoletani e che tra meno di due settimane divideranno maglia, spogliatoio e quella mai nascosta fede azzurra.

TUTOR – E poi, c’è che Paolo un po’ si rivede in quel giovane compagno. Come lui, infatti, anche Insigne dopo aver sgomitato tra i boys del Napoli se ne andò a far “fortuna” altrove prima di tornare con la valigia piena di attese, di speranze e buoni apprezzamenti. Cannavaro al Parma, poi al Verona e poi di nuovo al Parma; Lorenzo, invece, alla Cavese, al Foggia ed al Pescara. Ma non si sentì nè solo nè spaesato, Cannavaro, quando, meno che ventenne, mise piede per la prima volta al Parma. Lì, infatti, già con la fascia di leader c’era Fabio, suo fratello. Una presenza assai rassicurante. Lo avvertì subito Cannavaro junior, il quale, ora, quell’importante esperienza vuole che la viva pure Insigne. Detto in breve: è pronto ad essere la guida, il tutor, insomma, il fratello maggiore di Lorenzo, se Lorenzo vuole. Forse per questo un mese fa lo volle a casa sua per pranzare e per parlare del futuro. Il capitano azzurro, infatti, crede molto nel “nino” di Frattamaggiore. “Lorenzo – dice – ha qualità straordinarie. Nell’uno contro uno è uno dei migliori e superare l’uomo vuol dire regalare alla squadra la superiorità”.

ESPERIENZA – Ma sin qui potrebbe far da solo, Insigne. E allora, a che cosa pensa Cannavaro quando dice che è pronto ad essere un fratello maggiore per Lorenzo? Pensa ai rischi, ai pericoli che possono rendere complicata la vita ad un ragazzo calciatore di talento che s’affaccia al grande calcio. In un grande club. In una grande e non sempre semplice città. Per questo sarà ricco di consigli per Insigne. Il quale, è, sì, già di per sè ragazzo di carattere, ma sempre ventun anni ha. E quando s’è ragazzi, si sa, il rischio – perchè per un calciatore è un rischio – di cedere a certe tentazioni giovanili c’è. Ma non solo. Quel che Cannavaro gli dirà già chiaro e tondo a Dimaro, in ritiro, lo prenderà dalla sua esperienza personale. “Se vuoi andare avanti come puoi e come meriti, caro fratellino, non pensare che la serie A sia il traguardo della tua carriera. I nemici veri, infatti, arrivano adesso e si chiamano superbia, presunzione”. Ecco, più o meno questo il discorsetto che Cannavaro gli farà. La morale? Lavorare giorno dopo giorno con l’umiltà che è servita a lui per diventare leader della squadra con la quale s’appresta a disputare la settima stagione di fila e che è servita a Insigne per mettere il naso nel calcio che conta.

CONCORRENZA – E troverà buona terra, il capitano, perchè Lorenzinho oltre al piede buono ha anche buona scuola. Nel tempo, infatti, ha dimostrato rispetto per se stesso e anche per gli altri. Ma sentire la vicinanza di Paolo Cannavaro sarà comunque importante per Insigne che avrà da lavorare sodo per ritagliarsi un posto in prima squadra. Ci sarà concorrenza, infatti, là davanti. Ma ce ne sarà pure in difesa. “Speriamo che non arrivino altri difensori”, ha detto Cannavaro accompagnando con una risata la battuta. Ma non sarà così. Non dovrebbe essere così. Il Napoli cerca anche nuovi difensori. Cosicchè, anche a trentun anni, anche con la fascia di capitano al braccio, la lezione d’umiltà varrà pure per lui. Ma non ci sarà problema: Paolo Cannavaro questo lo sa bene. Glielo disse Fabio, suo fratello, una dozzina d’anni fa.

Il Corriere dello Sport

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