Leghisti vs neomelodici: nella tv “Barbara” è questo lo scontro fra Nord e Sud

 

 

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di Antonio Izzo

 

E’ andata in scena oggi la prima puntata di ‘Domenica Live’, il nuovo programma di Barbara D’Urso che sostituisce su Canale 5 Alessio Vinci. Un trash-show quello della napoletana, in cui ha pensato bene di invitare i vari personaggi pittoreschi dell’Italia nostrana, da Sgarbi alla Santanché. Mossa astuta per cercare di salvare gli ascolti della domenica pomeriggio della rete, da qualche tempo in forte calo con il programma offerto in precedenza dal giornalista Vinci; per non farsi mancare nulla e provare a catturare l’attenzione degli ‘italiani’, la buona Barbara ha pensato, tra i vari temi, di toccarne uno storico-attuale.

Tutti ricorderanno Giampiero Amandola, giornalista passato alla storia per l’infelice battuta sulla “puzza dei napoletani“; ebbene la D’Urso, a due settimane di distanza, ha rispolverato l’episodio e dedicato il finale del suo ‘show’ all’argomento ‘Nord contro Sud‘; e allora ecco i leghisti Salvini e Bonanno di fronte ad….Alessandra Mussolini, riconosciuta paladina dei napoletani. Ironia a parte, a spalleggiare la nipote del duce nella ‘battaglia per Napoli’, anche Patrizia Pellegrino, Guido Lembo e Ciro Rigione.

Il nostro giudizio tende a essere critico verso questo modo di affrontare l’argomento e di fare televisione: un’accozzaglia di personaggi di diversa natura ed estrazione, conosciuti più per le loro uscite folkloristiche che per altro. Senza nulla togliere ai loro meriti professionali, la critica è rivolta a chi ha pensato di tentare di affrontare l’argomento con tali ‘ingredienti’. Non a caso la discussione degenera nei soliti luoghi comuni: Maradona, ‘O sole mio’, pizza, mandolini e napoletano imbroglione da un lato; ‘Oh mia bella Madunina’, Nebbia in Val Padana’, razzismo leghista dall’altro.

E ancora il pubblico che incita Salvini a cantare una canzone napoletana e la D’Urso che intona una canzone neomelodica napoletana, che in trasmissioni del genere diventa, purtroppo,il solito stereotipo dell’immensa cultura proveniente dalla città di Napoli. Insomma la tv sembra davvero non avere più argomenti da trattare e si affida a tali demenziali insalate per tentare di intrattenere su un tema scottante: ma più che trovare soluzioni, il modo di condurre uno ‘show’ del genere sembra piuttosto rinfocolare il razzismo del Nord contro il Sud. Noi ci dissociamo assolutamente da programmi del genere, proposti da una televisione privata (e pubblica) che, unitamente alla tv di Stato, ancora una volta perde di vista il proprio obiettivo di catalizzatore nazionale e non manca di demarcare ancor di più le differenze del nostro Paese.

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