Juve Stabia tra calcioscommesse, camorra e corruzione: indagato Manniello e un ex del Napoli

 

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Non dorme sogni tranquilli la Juve Stabia: secondo la Procura di Napoli il club stabiese nella stagione 2008-2009 ha vissuto momenti di corruzione dovuti al clan dei D’Alessandro, autori anche di atti osceni nei confronti di calciatori e tesserati. Su tutti l’episodio che vide protagonisti i giocatori gialloblù reduci dalla sconfitta di Pistoia, in cui furono umiliati, colpiti con cinghie e costretti a togliersi le divise e restare in mutande. O ancora le minacce di morte subite in un cimitero dove i camorristi gli fecero trovare i loro nomi stampati su manifesti a lutto. Dietro questi avvenimenti c’era anche la complicità dell’ex difensore tra le altre squadre del Napoli, all’epoca amministratore unico e direttore generale delle ‘Vespe’, Roberto Amodio, che insieme alla malavita, condizionava scelte tecniche ed economiche (legate principalmente agli sponsor) incassando denaro sporco dalle scommesse illegali.

 

Una vicenda che va ad intrecciarsi con la vicenda ‘Golden Gol‘ che vede coinvolta già la Juve Stabia. Il presidente Franco Manniello risulta indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia con l’accusa di aver offerto, nell’aprile 2009, ai calciatori rossoneri Biancone e Spadavecchia, 50 mila euro per truccare il derby contro il Sorrento. Il reato rientra nell’inchiesta ‘Golden Gol 2’ che ha visto le richieste d’arresto per alcuni indagati, tra i quali lo stesso Roberto Amodio. Il processo vede coinvolto anche lo stesso clan D’Alessandro.

A.I.

 

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