VIDEO RIVALITA’ STORICHE – Verona-Napoli, torna la rivalità lunga 30 anni (5.a puntata 2001)

 

 

 

di Antonio Izzo

 

Il post-Maradona è stato impregnato di giorni felici e bui. Giorni che si alternavano e che serbavano solo il ricordo nostalgico della stagione dei poeti e dei drammaturghi di fine anni Ottanta. Ciò fino al 2004, quando l’avvento di De Laurentiis ha posto le basi per un futuro certo e non più in bilico; gli anni Novanta e di inizio Millennio del Napoli sono anni di Purgatorio perenne; emblematico l’addio di Diego e via via dei campioni a cui non c’era nemmeno il tempo di affezionarsi: tutti venduti, dopo una o due stagioni;  gioie e dolori, debiti accumulati, cambi al vertice e poi il fallimento. Il Napoli morì a poco a poco. Una escalation che iniziò a diventare davvero drammatica nella stagione 2000/2001, quella della retrocessione. Una delle stagioni poco felici per il calcio alle prese con scandali e irregolarità. Una di queste, mai provata nè indagata a fondo, condannò il Napoli e probabilmente diminuì la sua agonia societaria accelerando la sua morte.

 

CORBELLI E ZEMAN – In realtà una prima retrocessione nei cadetti c’era stata tre anni prima. Si riuscì a risalire dopo due anni di B grazie a Schwoch e company, l’ultima squadra del post-Maradona che abbia regalato la gioia di una vittoria. Si trattò di una effimera illusione. Il duo Corbelli-Ferlaino optò per il maestro Zeman senza fornirgli l’adeguato organico. Dopo soli due punti in sei giornate, al boemo subentrò Mondonico che diede una leggera sterzata e contribuì a tenere il Napoli in corsa fino a fine campionato.

 ARRIVA MONDONICO – I gol di Pecchia e Amoruso fecero collezionare 12 punti nelle successive sette gare. Unica sconfitta con il Milan a San Siro, prima della maledetta gara del Bentegodi. Claudio Bellucci segnò un gol da cineteca al 76’, prima della rimonta in dieci minuti di Mutu e Adailton che ribaltarono il risultato. L’Hellas scavalcò il Napoli in classifica.

 

 

La sconfitta di Verona aprì un ciclo terribile: 14 punti in 14 gare per gli azzurri. In molti ricordano in particolare una gara del San Paolo praticamente vinta contro il Brescia: Roberto Baggio non perdonò e al 92’ soffiò due punti che sarebbero pesati nell’ultima giornata. In realtà furono diverse le gare sciagurate degli azzurri nel girone di ritorno, sintomo di un progetto fallimentare.

 

PARMA-VERONA – Mentre sbocciava la stellina Amauri, che siglò un gol contro il Verona nel 2-0 del ritorno, ecco che alla penultima giornata accadde l’imponderabile: la vera condanna del Napoli per mano dell’Hellas ma non in un confronto diretto. In un caldissimo 10 giugno al Tardini andò  in scena Parma-Verona. Una partita che già alla vigilia destava più di un sospetto, salvo poi confermare sul campo alcuni interrogativi circa l’effettiva proprietà della società scaligera da parte di Calisto Tanzi. Per la cronaca finì 2-1 per il Verona, un risultato “decisivo” per la salvezza dei gialloblù, ottenuta poi nello spareggio contro la Reggina. Giorgio Corbelli lanciò gravi accuse di combine e alimentò ancor di più il sospetto iniziale. Il tutto poi confermato a distanza di anni dall’inchiesta condotta dalla trasmissione ‘Report’ di Rai 3.

 

 

TUTTO INSABBIATO, TUTTO SPARITO – A distanza di anni gli interrogativi di Corbelli non ebbero risposte nè attenzione dalla giustizia. Anche i risultati delle indagini svolte dalla Procura di Parma sul crac Parmalat, evidenziarono il legame di quegli anni tra Parma e Verona. La stagione 2000/2001, d’altro canto, si era aperta con lo scandalo passaporti e anch’esso era rimasto impunito.

 

FINISCE L’ERA FERLAINO – L’unico danneggiato risultò il Napoli che da quella ‘caduta’ non si sarebbe più rialzato, come spiegò Ferlaino al giornale ‘Il Messaggero’ dopo l’inchiesta di ‘Report’:

Parlai a lungo con Tanzi di quella retrocessione, di quei fatti. Ma lui non mi sentiva, cambiava sempre discorso. Era un uomo potentissimo allora, suo figlio Stefano su a un passo dal diventare presidente di Lega. E la giustizia sportiva non volle toccarli. Restando in A avremmo incassato tanti soldi per i diritti televisivi, tra i 40 e i 50 miliardi di lire, e probabilmente non saremmo falliti. Nella serie cadetta invece, incassammo solo 10 miliardi… fu un colpo mortale per la tenuta economica del Napoli

 

FALLIMENTO – Fallimento che avvenne dopo tre anni di serie B, nel luglio 2004. Questo l’ultimo vagito del lungo post-Mardona e dell’era Ferlaino, in realtà terminata due anni prima con il passaggio di consegne a Totò Naldi. Il presidente degli scudetti svelò anche altri retroscena:

All’epoca io non potevo rivolgermi alla magistratura ordinaria per non violare la clausola compromissoria, ma ci pensò mia moglie a denunciare Tanzi alla procura di Parma. Ma quella denuncia è incredibilmente sparita, forse occultata da qualche magistrato amico dell’ex proprietario del Parma. Io parlai invece con Carraro, all’epoca presidente di Lega, il quale mi rispose che perdevamo solo tempo a credere alla storia della doppia proprietà e mi disse che era una situazione lecita.

Il Napoli fu imbrogliato e danneggiato. Il Verona in quel campionato vinse in trasferta solo una volta: a Parma”

All’ultima giornata per dieci minuti del secondo tempo, il Napoli era virtualmente salvo. Riuscì a vincere a Firenze con i gol di Amoruso ed Edmundo  ma vinsero anche Verona, Lecce  e Reggina. Tre anni di duro Purgatorio in serie B e poi la fine nel 2004, dopo 78 anni di storia.

 

LA PARTITA DELLA RINASCITA – Sembra quasi un destino incrociato quello di Napoli e Verona che storicamente si alternano nella gioia e nel dolore. Avviene anche nel 2006-2007, quando gli azzurri si vendicano della presunta combine di Parma proprio al Bentegodi e condannano il Verona ad una sorte anche peggiore. Questo sarà l’argomento della prossima puntata di ‘Rivalità Storiche’.

 

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