COLPO DI TACCO – Il Rasoio di Liverpool, Neil Ruddock

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Non era mia intenzione, devo essere sincero, rompergli entrambe le gambe. Normalmente mi accontento di spezzarne una”N.Ruddock

Al trentesimo posto nella lista dei più cattivi del calcio. Al settimo, in quella dei più corpulenti.

Neil Ruddock, ex difensore inglese tra gli anni ’80 e ’90, ha lasciato il segno sui campi da gioco e intorno alle tavole inbandite.

Rude ma di sostanza, nella vana speranza di fargli perdere peso, il Tottenham, lo trasferì in prestito allo Swindon.

A nulla valsero i tentativi della società per rimetterlo in forma.

Passò alla storia per essere stato l’unico calciatore al quale non entrarono i calzoncini della sua divisa.

Ma pancione incluso nel prezzo, le sue doti lo portarono a militare in diverse squadre della Premier League.

Tottenham, Liverpool, West Ham, Southampton facevano a gara per aggiudicarsi il robusto difensore.

Amato dai suoi tifosi, tanto quanto dalla stampa inglese.

Non trascorreva una settimana che si ritornava a parlare di lui.

Note le sue liti nei vari pubs delle città che lo ospitavano, l’alcol il suo nemico numero uno.

Infrazioni per guida in stato di ebrezza, donnaiolo di professione e temperamento al limite della follia.

Ma in campo, la sua mole non era un ostacolo ma un incentivo. Se gli avversari lo deridevano, partiva in scivolata e tranciava caviglie.

Forse non ne era al corrente Eric Cantonà.

La stella del Manchester United, durante una partita contro il Liverpool, dirigendosi verso Ruddock, gli diede del grassone.

Nulla  lo imbestialiva di più. Con il guizzo dello giaguaro attese che si voltasse. Gli si avvicinò alle spalle e mentre gli alzava il colletto della maglia, in tono di sfida, gli tenne ben stretti gli attributi tra le dita e con tono composto, gli sussurrò all’orecchio : ‘Il grassone ti spezza una caviglia.’

Un avvertimento che però non fece al malaugurato Andy Cole.

Era il 1996, Andy Cole, fiore all’occhiello del Manchester United supera la metà campo e si dirige, come un fulmine, verso la porta avversaria.

Il difensore centrale del Liverpool era Neil Ruddock, che senza pensarci due volte, in scivolata, con entrambi i piedi, spezza all’attaccante inglese entrambe le gambe.

Scuse mai arrivate dal difensore, soltanto nove giornate di squalifica ed una multa.

Durante una recente intervista su Talksport, ricordando dell’incidente e del danno provocato al suo avversario, sorridendo rispose: “Non era mia intenzione, devo essere sincero, rompergli entrambe le gambe. Normalmente mi accontento di spezzarne una” ed aggiunse, con fierezza “la ricordo, come la mia entrata migliore”.

Forse sarebbe stato più opportuno dedicarsi a sport come il rugby, il pugilato o semplicemente non praticare nessuno sport, per non recare danni gravi.

La sua scia di sangue, però, continua. Cosi come continua la sua ironia spicciola, quando gli si chiede di ricordare avvenimenti eclatanti durante la sua carriera.

Dichiarazioni senza cognizione di causa, al fine di giustificare le sue gesta.

Con un gancio, fratturò la mascella di Peter Beardsley, attaccante del Newcastle, con l’unica colpa di essere vicino alla porta che Ruddock doveva difendere. A seguito della denuncia, P. Beardsley  decise di ritirarla. In un’intervista, sarcastico ed antisportivo, andava fiero del gesto commesso :”Peter Beardsley, è soprannominato, Quasimodo. Gli ho semplicemente dato una sistematina al viso.”

Andava punito e non incoraggiato. Cosi come fece Patrick Vieira dell’Arsenal. Durante un match contro il West Ham, stanco di ascoltare le inutili offese del difensore inglese, che utilizzava questa tattica per spazientire gli attaccanti.

Dallo scontro verbale passo alle mani, ai calci e per completare l’opera lo sputò in viso. Una lite furibonda, fermata dall’intervento dei giocatori in campo.

Cartellino rosso per entrambi, multe salatissime e otto giornate di squalifica per Vieria.

La sua carriera termina al Swindon Town nel 2003, dopo tre anni di liti con la dirigenza che l’aveva messo fuori rosa per i suoi 95kg.

Gli era stata imposta una dieta, che non iniziò mai. Intentò una causa, contro la società, per gli stipendi non accreditati. Causa che vinse e per la quale intascò, oltre 57,000 sterline.

Dal campo, passando attraverso bar e ristoranti, fino ad approdare ai reality inglesi.

Una vita di eccessi, che gli hanno limitato la carriera.

Ennesima conferma, di quanti calciatori, in preda ai loro vizi e difetti, fanno della loro vita, un fenomeno da baraccone.

. Stay Tuned!!! Perchè, conosco cose, che voi non potete immaginare

Di Ciccarelli Anna

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