#AMENTEFREDDA – Il Napoli è un’altalena: con Maccarone sullo stomaco e la Champions più lontana

hamsik empoli

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @ennarojenius9)

 

Come le montagne russe, o più semplicemente come un’altalena: il Napoli è così, e così è anche quello visto ad Empoli, nell’ennesima trasferta maledetta di questa stagione.
Una gara nata male, finita peggio, ma soprattutto andata avanti senza un briciolo di positività; neanche i due gol segnati possono lasciare spazio ad un minimo sorriso, perché la misura e le modalità della debacle fanno tornare alla mente le brutte trasferte di qualche mese fa, quelle che in un modo o nell’altro hanno poi segnato la brutta discesa azzurra.

 

IL MACCARONE AZZURRO – Sin dal primo minuto l’Empoli è parso superiore: il centrocampo napoletano, formato da un Inler impreciso più del solito e da un Gargano che andava spesso a vuoto, ha sofferto il dinamismo e il vigore di quello avversario.
Valdifiori dimostra di poter essere da Napoli più di quelli che ci giocano oggi, Croce è nomen omen per la mediana ospite, e Saponara, che agisce tra le linee, mette a ferro e fuoco la retroguardia di Benitez.
Koulibaly e Britos non sembrano proprio il muro di Berlino, e così è Maccarone (altro nomen omen) a mettersi sullo stomaco partenopeo siglando il vantaggio già dopo 8 giri di lancette.
Il Napoli è di nuovo sotto, come era accaduto domenica contro la Samp. Ma contrariamente a domenica gli azzurri non sanno rialzarsi, ed anzi lasciano spazio ad un Empoli che gioca a calcio meglio, corre, e meriterebbe il doppio vantaggio.
Quando sembra poter andare a riposo limitando i danni, la squadra di Benitez incassa senza rispondere l’1-2 dei toscani, che si ritrovano in un paio di minuti sopra di tre gol a zero; se fosse pugilato il Napoli sarebbe in un angolo a chiedere all’avversario di non infierire, pronto con l’asciugamani bianco.

 

LA CHAMPIONS IN TOSCANA – Ma nessun asciugamani salverà gli azzurri, che nella ripresa provano a fare di meglio. Non sarebbe difficile, ma l’Empoli non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro, salvezza raggiunta o meno.
La squadra di Sarri è un incanto da vedere: corta, pronta, veloce e con una buona qualità in ogni reparto del campo. L’autogol empolese riapre – ma solo sulla carta – il match, chiuso poi definitivamente da quello di Albiol.
Rafa, per la prima volta in due anni di Napoli, vara una stabile difesa a tre nel secondo tempo con la speranza di assaltare le posizioni toscane; speranza da rinviare a partite più felici.
Il bolide di Hamsik, che in pieno recupero sigla il finale 4-2, sigilla la almeno sufficiente prestazione del capitano partenopeo, l’unico a salvarsi dalla barca che affondava con una mano ancora a galla.
Ma è troppo poco, così come troppo poco è il tempo rimasto ora al Napoli per riavvicinarsi a quella zona Champions che tanto interessa. Le occasioni non sfruttate riportano la Roma avanti di 5 e la Lazio di 6 nella corsa all’Europa che conta, con troppi punti e troppe poche partite alla fine.
Nulla è impossibile matematicamente, ma le chances offerte dal campionato non sono infinite arrivati ormai a maggio.
Niente ritiro, ma solo facce deluse.
Il Castellani di Empoli resterà uno degli incubi ricorrenti degli azzurri nei prossimi giorni; se Champions non sarà, se il progetto Napoli si fermerà dopo appena un biennio, tutto o quasi tutto sarà stato lasciato ad Empoli.
Per informazioni, citofonare Sarri Maurizio.

 

 

 

 

 

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