Al Bentegodi si parla napoletano

chievo napoli

 

“Sarri ci fa esprimere ad alti livelli ed ognuno di noi tira fuori sempre qualcosa in più d volta in volta. Personalmente lo ringrazio per il lavoro che sta facendo con me e  con i miei compagni” G.Higuaìn

 

Quando l’umiltà abbraccia le doti, il carisma, la forza, il coraggio.

Quando il connubio tra mente e gambe è un idillio.

Quando la città scaligera si colora di azzurro.

Il cuore dei napoletani esplode.

Ed è in partite come quella contro il Chievo che a marcare il cartellino ci pensa il campione.

Scioltezza, dimestichezza, freddezza sotto porta e rete.

Rete che si gonfia ed i guantoni di Bizzarri restano li, impotenti.

Il Chievo è sceso in campo per un pareggio, in un inizio campionato che l’ha visto dare il meglio ma non di certo il tutto per tutto.

Maran schiera una difesa ad 11. Scherzi ed ovvietà a parte.

La difesa della squadra gialloblu passa da 3 a 4 a 5 fino ad arrivare davvero ad 11.

Undici uomini che coprono, ostacolano ed ostruiscono il passaggio ma se in attacco il Napoli ha un campione, si può davvero poco, molto poco.

La squadra con il miglior attacco, a mio parere, doveva soltanto aspettare il momento propizio ed è arrivato.

Il centrocampo azzurro ha un gioco semplice, pulito ed estremamente lineare.

In fase di non possesso, la capacità di giocare stretti agevola i movimenti delle fasce.

I due geni che portano il nome di Allan ed Hamsik, duttili e con estrema facilità di movimento supportano le punte.

Semplice, il calcio è semplice.

E come sostiene il mio caro ed illustre capo, Antonio Papa “L’ingegnere trascorrere ore ed ore a studiare, approfondire, elaborare. Arriva il capo dei lavori, lo porta al cantiere e gli fa vedere cosa realmente c’è da fare”

Sarri è il capocantiere, i nostri azzurri operai volenterosi e sereni.

Lavorare in serenità, senza pressioni, con un ritmo che dà movimento alla testa oltre che alle gambe è un toccasana che mostra, partita dopo partita, la sua efficacia.

Non è il Napoli del campionato ad avere queste caratteristiche o come ho sentito dire da chi si definisce intenditore, che sono le prime linee a farci divertire.

E’ il Napoli di Sarri, il Napoli operaio, il Napoli che parte da Pepe Reina a Gonzalo Higuaìn, attraverso Dries Mertens ed Omar El Kaddouri

Il Napoli che in Europa League porta il nome di Manolo Gabbiadini (che gol, quelli contro il Midtjylland)

Mi diverto, sorrido, soffro ma sono fiera ed orgogliosa della maturità che dimostra in campo la mia squadra.

La stessa maturità che ci ha portato tre punti contro quella che era una bestia nera.

Per ora mi perdo nelle giocate semplici, nelle fantasie, nelle straordinarie capacità di chi ha scelto questa squadra, questa piazza, questa terra.

Che indossi la tuta, che vada in giro in smoking, che fumi la pipa o che parli in toscano.

Sarri mi sta regalando emozioni assurde, i miei azzurri sensazioni indescrivibili.

Per ora ci siamo, per ora ci sono.

Il resto non conta.

 

 

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