De Laurentiis: “Chiesi a Giuntoli di convincere Sarri a passare al 4-3-3. Benitez voleva Damiao, io andai a Madrid per Higuaìn…”

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Il Napoli vola, e soprattutto sogna. Vince e gioca bene, si diverte e fa divertire: non è facile conciliare risultati e bel gioco, ma gli azzurri ci stanno riuscendo e abilmente. Il primo a divertirsi sarà sicuramente Aurelio De Laurentiis, che si sta togliendo un bel po’ di sassolini dalle scarpe. Il numero uno azzurro, intervenuto ai microfoni di ‘Tutti Convocati’ su ‘Radio 24’, ha raccontato così il suo primo approccio con Sarri: “Mi creò grande dolore quando ci fu Empoli-Napoli l’anno scorso. Non potevo assistere alla sfida e chiamai Lombardo per chiedere il risultato e mi disse 3-0. Pensavo stessimo vincendo, ed invece eravamo sotto… Avevo già iniziato a studiare il club toscano visto che mi interessavano calciatori come Hysaj e Valdifiori, visto che da tempo volevo un regista e persi purtroppo Verratti. Volevo ricominciare da un progetto più italiano e così chiamai Sarri quando era ad Amalfi per una manifestazione. Mi conquistò il fatto che moriva per allenare il club azzurro. Gli offri subito un contratto annuale con opzioni esercitabili per 5 anni: per me la programmazione è fondamentale ed io sono abituato a vivere matrimoni lunghi nel mondo del lavoro”.

 

DIFFERENZE CON BENITEZ. Fra Benitez e Sarri ci sono differenze sostanziali, ma non mancano le analogie. Il pensiero di De Laurentiis: “Il signor Sarri è più tecnico di Benitez, dal punto di vista della pratica oltre che della teoria. Lo spagnolo è un teorico, e cerca di non disturbare mai l’ambiente dello spogliatoio. L’ex Empoli, invece, sa avere un rapporto diretto col calciatore, non c’è niente di peggio che non capirsi”.

 

CASO INSIGNE-MERTENS. Quella contro il Palermo è stata l’ennesima serata di grande calcio per gli azzurri. Ma le reazioni di Insigne e Mertens hanno rischiato di rovinarla. Questo è il commento del patron in merito: “Le loro reazioni mi fanno piacere. Ho chiesto di non punirli, ma per una questione di regolamento interno credo che le multe ci saranno e la mia opinione deve farsi da parte. Il loro atteggiamento però dimostra che in campo si divertono e vogliono giocare sempre”.

 

QUESTIONE DI MODULO. E’ una storia ormai risaputa: l’avventura di Sarri a Napoli è iniziata con un’idea per poi cambiare successivamente. Mai decisione fu più azzeccata: “Maurizio mi incitava a prendere Saponara, ma gli feci capire che non potevo comprare tutto l’Empoli. Voleva un trequartista per giocare col 4-3-1-2, un modulo che mi preoccupava visto che abbiamo sei attaccanti. All’inizio ho taciuto, ma visto che non arrivavano i risultati chiamai Giuntoli e gli dissi di convincere il mister a cambiare modulo: dovevamo giocare col 4-3-3. Il ds mi disse che glielo stava già dicendo, ma bisognava insistere e convincerlo. Alla fine ha cambiato ed i risultati si sono visti”.

 

SCUDETTO. Domanda inevitabile: questo Napoli può e deve assolutamente crederci. Ma De Laurentiis, come Sarri, continua a volare basso: “Dodici anni fa ho ricevuto per 33 milioni per un pezzo di carta, con la promessa di ripartire dalla Serie B ed invece mi fecero il regalo della Serie C, dove ho trascorso due anni. Ci in una Serie B complicatissima con la Juventus. Per me tutta quest’esperienza fu come un’università unica ed irripetibile. Siamo arrivati poi in A ed ora siamo l’unica italiana in Europa da 6 anni consecutivi. Non posso lamentarmi, e qualcosa lo abbiamo anche vinto. Resta quell’obiettivo, ma vedremo…”.

 

REINA E HIGUAIN. Il collettivo fa la forza, ma la individualità sono comunque importanti: il Napoli ha due inimitabili certezze. Un argentino e uno spagnolo, entrambi campioni assoluti: “Gonzalo ha una famiglia straordinaria: io amo i suoi genitori e suo fratello, sono esemplari. E’ una persona pulita, trasparente, leale, educata. E’ stata una nostra intuizione portarlo a Napoli, Benitez voleva Damiao: incontrammo l’agente del brasiliano e nutrii dei dubbi. Così volai a Madrid per vedere se fosse possibile prendere il Pipita: incontrammo suo padre e trovammo subito l’accordo. Reina? L’anno scorso non ci capimmo col suo procuratore, gli dissi di aspettare quattro settimane, lui invece cercava l’accordo con un altro club e quando tornò a farsi sentire gli dissi che era tardi. Abbiamo rimediato quest’anno…”.

 

 

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