José María Callejón Bueno, il Superuomo

callejon

 

“Il Superuomo deve agire cercando di aspettare quei valori che trova, non più fuori da sé, ma dentro se stesso e questi valori sono la salute, la volontà forte, l’amore, l’ebrezza dionisiaca e un nuovo orgoglio.”

Nietzsche pensava a Callejon quando ha elaborato la teoria del Superuomo.

Un bruco che si è trasformato in farfalla, dopo un campionato in letargo.

Rinascita, dovuta anche a Maurizio Sarri, quella che vede protagonista lo spagnolo.

Partite di sacrificio le sue. Polmoni in acciaio che non rifiatano da un bel pò.

Ma come si può sostituire il Calleti della situazione?

Non segna come prima, dice qualcuno.

Doppietta per mettere a tacere, quella contro l’Empoli.

Ma non sono i gol che lo consacrano un Superuomo, molto altro lo porta sul podio.

Supporta, sostiene, corre e scatta come un felino per agguantare la preda.

José María Callejón, destro naturale che si trasforma in ala, in trequartista o seconda punta, se serve.

Quanti di noi, durante lo scorso campionato, hanno sperato che fosse ceduto?

Quanti, oggi, ne tessono le lodi indiscusse?

I calciatori della rosa, sono in parte gli stessi, allenati da Rafa Benitez lo scorso anno.

Le capacità dei singoli, non sono comparse all’improvviso.

Nascoste, sotto un manto di cenere, sono state spolverate da un uomo che ha centrato l’obiettivo primario.

L’uomo, prima del giocatore.

Ed il Superuomo José María Callejón, ne è la prova.

Nove le reti siglate tra campionato e coppe, durante la stagione 2015/2016, che sommate alle precedenti 32, portano l’attaccante spagnolo a 41 reti in azzurro.

“Mi piaceva come giocava nell’ Espanyol, mi piaceva la sua duttilità in campo. A Madrid poi ho conosciuto un ragazzo con una personalità forte, un giocatore umile che ha saputo ritagliarsi il suo spazio, il rispetto della gente e dei compagni di squadra. Sa rendere prezioso ogni minuto in cui è in campo: per molti giocatori entrare per 10 minuti è un problema, per lui no. Quando viene chiamato in causa è sempre al top. Mi piace molto la sua mentalità, è un esempio per tutti”, lo descriveva così Josè Mourinho e mai queste parole, risultano più azzeccate.

Sono la prima a dover fare un “Mea culpa”, lo ammetto.

Ma solo gli stolti non cambiano idea.

E che Dio benedica l’uomo in tuta ed i suoi discepoli.

 

di Anna Ciccarelli

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