Brexit: come cambierà il calcio inglese

Brexit ©Getty Images
Brexit ©Getty Images

 

Ormai è ufficiale, la Gran Bretagna è fuori dall’Unione Europea. Una decisione storica che avrà le sue conseguenze in molti ambiti, compreso quello sportivo (calcistico). In attesa di capire come verranno interpretati alcuni accordi, soprattutto politici, che potrebbero portare a identificare ogni persona non nata nel Regno Uniti come extracomunitario, le conseguenze immediate del referendum sono economiche.

La svalutazione della sterline, cui si è assistito nelle ultime ore, porterà a un aumento dei costi per qualsiasi calciatore EU, che potrebbe raggiungere circa il 20%. Occorre inoltre sottolineare che, allo stato attuale, ben il 65% dei calciatori che militano nella sola Premier League, senza considerare le categorie inferiori, sono ‘stranieri’, tesserati grazie al passaporto UE, che consente ovviamente la libera circolazione dei lavoratori all’interno dei Paesi membri. Giocatori del calibro di Kante e Payet, soltanto per fare due esempi, potrebbero incorrere in seri problemi.

Va specificato però come la Uefa sia un organo indipendente dall’UE, dunque non è da escludere che le strade percorribili in questa vicenda siano svariate. Si potrebbe porre un freno all’estremismo di certe idee e consentire la libera circolazione dei lavoratori. A questo punto però andrebbe compreso a fondo se tale norma dovesse restare attiva unicamente per le attività sportive. In caso contrario, con un netto ritorno al passato e porte chiuse (economicamente disastrose) agli extracomunitari, si andrebbe incontro a una nuova Premier League, forse più ricca di talenti inglese nel futuro ma costretta a rinascere dalle proprie ceneri che, date le premesse, potrebbero perdurare per molti anni.

 

Impostazioni privacy