KICKOFF – ‘Caso Higuain’ visto da un tifoso

KICKOFF-finale

 

Provando a vestire gli abiti del semplice tifoso, dove per semplice intendo unicamente una differenza basilare tra chi commenta il Napoli al bar, lasciando libera la ‘pancia’ di esprimersi a seconda del momento, e chi, quasi estraniandosi, analizza la situazione d’insieme, evitando di lasciarsi andare ad esempio ad appellativi dispregiativi nei confronti di De Laurentiis, che tendono a chiudere sul nascere qualsiasi discussione.

Ripeto, vestendo gli abiti del tifoso, la situazione che si è creata intorno a Higuain ha un effetto disarmante. Nessuno mette in dubbio la professionalità del giocatore e, qualora De Laurentiis continuasse il braccio di ferro, trattenendo l’argentino a Napoli fino all’arrivo di un’offerta adeguata (come avvenuto con Cavani), il ‘Pipita’ farebbe di tutto per ottenere vittorie sul campo ma, in quanto tifoso, questo non può bastarmi. Io amo il Napoli e voglio tutto, il pacchetto completo.

Dai miei giocatori e in particolare da quelli più rappresentativi, pretendo visceralità. Sapere che un giocatore segna una tripletta con la maglia azzurra ma che dentro sé guarda altrove e prova forse qualche rimorso nell’essere rimasto ancora un anno, distrugge quella magia da stadio che viene a crearsi in occasione di ogni partita.

Higuain che si esalta e corre sotto la curva per cantare insieme ai suoi tifosi è l’esemplificazione di cosa il pubblico partenopeo si aspetta dai propri calciatori e, detto questo, dal punto di vista del pubblico, meglio un Pipita lontano che triste, meglio un Higuain all’Atletico che un non tifoso in campo.

Certo, questo è il calcio moderno e probabilmente questo discorso non ha senso ma, come detto, vesto gli abiti del tifoso e queste parole non devono avere senso, non per tutti, per essere vere.

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

Impostazioni privacy