Palermo, arriva il comunicato ufficiale sul rischio fallimento

Pallone Serie A ©Getty Images
Pallone Serie A 2016/2017 – ©Getty Images

Il Palermo di Maurizio Zamparini non vive di certo il miglior momento degli ultimi anni. La squadra è in piena zona retrocessione e le voci su un possibile rischio fallimento del club continuano ad aleggiare dalle parti del Barbera. Il Palermo però tramite un comunicato ufficiale sul proprio sito ha prontamente smentito il tutto chiarendo la propria posizione: “a qualche tempo, gli organi di comunicazione, stampa e social, rappresentano che l’ U.S.Città di Palermo S.p.A., versando in precaria condizione economica, sarebbe prossima al fallimento e che, addirittura, il Presidente Maurizio Zamparini  potrebbe “consegnare” la società nelle mani del Sindaco della città. Tale situazione, a detta dei media, sarebbe stata principalmente causata dal contenzioso in essere con la società Pencilhill, relativa alle note vicende connesse al trasferimento del calciatore Dybala. La U.S. Città di Palermo si ritiene gravemente danneggiata dalla diffusione di siffatte notizie, tanto più che queste non corrispondono al vero. Si precisa, infatti, che il contenzioso con la Pencilhill è prossimo alla definizione e che la società ha chiuso l’ultimo bilancio al 30.06.2016 in una situazione di sostanziale pareggio, conformemente a quello precedente.”

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Il comunicato apparso sul sito del Palermo conclude così:

“Tali notizie appaiono ancor più pregiudizievoli per la società considerato che la loro divulgazione avviene in concomitanza allo svolgimento della campagna trasferimenti invernale ed incide negativamente sui rapporti della U.S. Città di Palermo con le altre società di calcio, gli atleti ed i procuratori sportivi, inducendo tali soggetti a dubitare della solidità economica e patrimoniale della società e della possibilità che essa possa onorare gli assumendi impegni. A fronte della descritta inaccettabile situazione, la U.S. Città di Palermo comunica che, d’ora in avanti, non tollererà più alcun comportamento strumentale e denigratorio nei propri confronti, riservandosi di  appellarsi agli organi competenti per la tutela della propria immagine e dei propri diritti.”

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