Maradona e il racconto di una vita: “Napoli nel cuore. Con me ha fatto il miracolo”

 

Diego Armando Maradona ha rilasciato una lunga e toccante intervista a Maurizio Costanzo sulle reti ‘Mediaset’ prima di lasciare l’Italia. Ha parlato di sé, della propria famiglia e del rapporto col campo, con Napoli e l’Argentina. Diego si guarda dentro, guidato dalla voce del giornalista: “Il soprannome Pibe de Oro è nato a Napoli. Prima era pelusa, data la capigliatura folta. Volevo andare via da Barcellona ma nessuno poteva comprarmi. Napoli fece il miracolo”.

SOGNO – “Vorrei continuare a giocare, se Dio mi dà 25 anni e potessi giocare a calcio sarei l’uomo più felice del mondo, ma il tempo passa e allora mi diverto giocando con mio nipote, con mio figlio e coi miei amici”.

INFANZIA – “Dormivamo tutti nella stessa stanza e mangiavamo lì vicino. Mio padre fece un miracolo nel riuscire a sfamarci sempre tutti. Capii verso 12-13 anni che i mal di pancia di mia madre erano dovuti al fatto che voleva noi mangiassimo sempre più di lei”.

NAPOLI – “E’ nel mio cuore, continua ad esserlo. Mi ha dato tanto, anche la chance di competere alla grande con le squadre del nord. Ringrazio il sinistro e anche il destro (ride ndr)”.

GOL 11 TOCCHI – “E’ il sogno di tutti realizzare il gol più bello del mondo. Si va a letto da bambini e ci si pensa. A me è capitato a un Mondiale a 26 anni”.

DROGA – “E’ stato il mio problema più grande. La droga ammazza e io sono fortunato a essere qui a parlare con lei. Avessi continuato, sarei morto. E’ da 13 anni che non prendo più nulla ed è bello. Avevo 24 anni quando ho iniziato con la droga. Ero a Barcellona. È stato l’errore più grande che ho fatto nella mia vita”.

CAMORRA – “Uscivo di notte, questa gente mi faceva tante foto ma io non potevo chiedere il numero o il documento o il passaporto per fare una fotografia. Io la facevo, dopo uscivo sui giornali coi camorristi. Io non ho mai chiesto nulla alla camorra. Loro mi assicuravano che nessuno avrebbe mai toccato i miei figli ed è stato così, me lo promise Carmine Giuliano, l’unico con cui ho parlato”.

FISCO – “Gli altri mi facevano il contratto, non io. Quando arrivo in Italia mi tolgono di tutto ma Ferlaino cammina tranquillamente per Napoli, l’ho visto e non capisco perché. Anche Alemao e Careca avevano lo stesso problema perché avevano firmato col Napoli lo stesso contratto ma se la prendono solo con me”.

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