A MENTE FREDDA – Napoli con la testa e senza gambe. Ma per Sarri non c’è da preoccuparsi

Napoli-Milan © Getty Images
Napoli-Milan © Getty Images

Non è stata una bella partita, ma forse interessa a pochi. Al Napoli servivano tre punti e tre punti sono arrivati, in un match che può ancora considerarsi “big”, anche se il Milan continua a stentare. I rossoneri visti al San Paolo non hanno impressionato, così come non ha impressionato la forma fisica della squadra di Maurizio Sarri, arrembante solo in alcune fasi e a strappi durante il match capace di superare completamente l’avversario. Alla fine Romagnoli ha pure rischiato di riaprirla: il sinistro a volo da molto lontano del difensore ha sorpreso tutti, da Reina ai tifosi azzurri presenti a Fuorigrotta, ma ha soltanto avuto il merito di regalare nuovi brividi al finale di un match che aveva già detto tutto.

Bisognava prendersi di nuovo una vittoria, riscattare il pari di Verona prima della sosta e quello interno di qualche settimana fa contro l’Inter. Il 2-1, però, è stato figlio di episodi, tutti dettati dal talento di Lorenzo Insigne: l’attaccante napoletano è stato il protagonista principe di un match che il Napoli non ha interpretato alla grande, ma poco è bastato. Il primo gol del napoletano è un insieme di tecnica, gioco di squadra e spruzzata di talento. La difesa del Milan si addormenta e Donnarumma può poco: quantomeno curioso che, nella settimana in cui l’Italia di Ventura dice addio al Mondiale, l’azione sia ricamata da Jorginho e conclusa dallo stesso Insigne. Probabilmente, con scelte diverse in nazionale, anche l’esito sarebbe stato diverso.
Ma tornare indietro non si può e gli azzurri farebbero bene a guardare davanti a loro: dopo il primo vantaggio, il Napoli mostra tutte le sue qualità, ma è incapace di spegnere definitivamente l’avversario.

Crollo Napoli nella ripresa: perché? Sarri scaccia le nubi

Dagli spalti, l’impressione è che se il Napoli girasse al massimo potrebbe finire in tragedia (sportiva) per i rossoneri. Il Milan ci prova a impastare un po’ di gioco nell’avvio del secondo tempo, ma a colpire è l’involuzione fisica dei padroni di casa: le progressioni di un pur positivo Mario Rui scompaiono, così come scompare dal campo anche Marek Hamsik. Il capitano slovacco, difeso da Sarri nel post partita, sbaglia tutto ciò che si può sbagliare. Anche Allan, suo compagno di reparto, non è quello prima della sosta e se ci aggiungiamo che Callejon e Mertens non sembrano nella serata di grazia il gioco è fatto.

Ma a questo Napoli bastano anche gli episodi per avere la meglio: l’azione del raddoppio di Zielinski è un mix di bravura tecnica e sagacia tattica, con Mertens che alla fine di un possesso palla ragionato e rapido sa servire alla grande il polacco. Il Milan è fermo, ma forse è già a casa, e Zielinski è libero di fare quel che vuole.
Di cosa preoccuparsi allora? Il calo del rendimento fisico nella ripresa, probabilmente, può essere un campanello d’allarme anche in vista di qualche rinforzo necessario nella prossima finestra di calciomercato.
Sarri, però, scaccia le nubi: manca brillantezza, ma i dati quantitativi di questo Napoli non sembrano dare colpe agli azzurri. Per i numeri, gli azzurri corrono ancora tanto, macinano chilometri, coprono bene il campo. Ma il campo dice anche che nel finale qualcosa di troppo si è subito.
La testa già a martedì? Magari. Vorrebbe dire che questi ragazzi non hanno alcuna voglia di lasciar andare la Champions e proveranno a giocarsi il tutto per tutto fino alla fine.
Napoli, però, la città e i suoi tifosi, pensa solo alla scudetto.

 

Gennaro Arpaia

 

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