Ghoulam: “Vincere col Napoli è diventata la mia ragione di vita. Non so ancora quando tornerò”

Ghoulam
Faouzi Ghoulam © Getty Images

Faouzi Ghoulam è raggiante dopo la vittoria del Pallone d’Oro algerino e della lieta notizia data dal professor Mariani dopo la visita a Villa Stuart. Il terzino algerino è infatti pronto a tornare a disposizione di Maurizio Sarri e ai microfoni di Tv Luna il giocatore del Napoli ha esaltato il lavoro di squadra: “Senza l’aiuto dei miei compagni del Napoli non avrei mai vinto questo trofeo. Quanto mi è accaduto mi ha fortificato tornerò presto e più forte di prima”.

La vittoria del Pallone d’Oro algerino

Ghoulam ha espresso tutta la sua soddisfazione per il prestigioso titolo conquistato ieri: “Non mi aspettavo di vincerlo, ai premi individuali penso poco, tendo a pensare alla squadra e sono un difensore. Mi ha fatto piacere ovviamente. Mahrez, Brahim che erano in lizza con me sono calciatori importanti in Africa ed Europa. E’ stato ovviamente anche grazie al Napoli che sono riuscito a portare a casa questo riconoscimento, visto che in Nazionale non era andato tutto benissimo. 

Sulla scelta della Nazionale algerina rispetto a quella francese, il terzino ha dichiarato: “Per me era naturale preferire la Nazionale di casa a quella francese. Ero da qualche anno tra i finalisti del Pallone d’Oro, ma ho sempre preferito che lo vincessero gli attaccanti, quando lo fanno vuol dire che la squadra ha vinto tanto ed è quindi andata bene. I miei genitori sono legatissimi all’Algeria, per loro è stato importante. Sono orgoglioso di essere algerino e di aver vissuto un 2017 fantastico con il Napoli”.

Il 2017 al Napoli: il primo gol in azzurro e il brutto infortunio

Ci sono stati alti e bassi, ma l’infortunio non mi ha disturbato. Sono credente, e so che in ogni difficoltà c’è sempre un lato positivo: ho sentito la vicinanza della gente di Napoli e dell’Algeria, non me l’aspettavo. Ho sentito un affetto che mi ha consentito di accorciare i tempi di recupero lavorando duro. Essere riusciti a bruciare le tappe è stato merito dei dottori del Napoli, che sono una cosa pazzesca. Non me ne rendo ancora conto, ma ogni volta che scendo in campo sento il mio ginocchio che va benissimo e voglio ringraziarli tanto per questo.  Hanno lavorato 10 ore al giorno per me, tra le doppie sedute e il lavoro a casa. Per me Koulibaly ormai non è più un amico, è un fratello, fa parte della mia famiglia. Vuole vedermi presto in campo e io sarò sempre al suo fianco quando avrà bisogno fino alla fine della mia vita. Ho tre amici così importanti per me, Kou è tra questi ed è una persona speciale. Il mister lo dice a voi che non sono umano, a me dice che sono ancora lento (ride…). Ieri mi ha detto che Tommaso è rientrato prima di me pur essendosi operato dopo. In quest’anno è mancata la lotta per gli obiettivi importanti della squadra. So che i ragazzi non hanno bisogno solo di me, ma voglio vincere per questa città, sento nell’anima la voglia di combattere. A fine stagione ci siamo detti delle cose, e l’obiettivo che ci siamo dati è diventato per me una ragione di vita”. 

Infine sulla data di rientro: “Non ho una data di rientro. Se pensassi ad una data vorrei anticiparla. Non decido da solo, non posso dirla né pensarci. Dobbiamo concentrarci sul campo e non sul rientro di me ed Arek. Il dottore è un fenomeno, dirà lui la data. Ho chiesto al dottore di farmi giocare fino a maggio, dopo se avrò altri problemi non fa niente. Voglio che il mio corpo regga fino a fine stagione, poi ci sarà tempo per rilassarci in vacanza”.

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