Sarri-Allegri, vincere è la sola cosa che conti o bisogna giocare bene per trionfare?

Sarri Allegri © Getty Images

SARRI ALLEGRI POLEMICA BEL GIOCO/ Il Napoli guida la classifica di Serie A con 69 punti dopo 26 giornate mettendo in pratica a velocità supersonica il gioco spettacolare impiantato da Maurizio Sarri fin dal suo arrivo sulla panchina dei partenopei. La Juventus, seconda in campionato e distaccata di quattro lunghezze con una partita da recuperare, cercherà di collezionare il settimo titolo consecutivo in massima serie: un successo del genere diventerebbe un vero e proprio record nella storia del calcio. Nelle ultime settimane si è accesa l’ennesima polemica a distanza tra gli allenatori delle due compagini, Sarri Allegri, sulla differente concezione di calcio per cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati: è importante vincere anche giocando male o c’è bisogno di un gioco spettacolare per riuscire a trionfare in Italia?

Juve-Atalanta
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Sarri Allegri, per la Juve il motto è di Bonaperti

Fin da sempre il motto della Juventus è stato quello pronunciato da Giampiero Boniperti “Vincere non è importante: è la sola cosa che conti” esaltando così soltanto il fine ultimo del calcio, ossia quello di fare un gol più degli avversari in qualsiasi modo. Nelle ultime stagioni il dominio in Italia dei bianconeri è sotto gli occhi di tutti: una difesa impenetrabile legata ad una qualità mostruosa dei giocatori offensivi. Inoltre, anche il passaggio da Conte ad Allegri non ha inciso minimamente sui risultati conquistati sul terreno di gioco: chi arriva alla Juve riesce comunque a collezionare trofei. Lo stesso tecnico livornese ha svelato in conferenza stampa a più riprese di pensare soltanto al punteggio finale criticando di conseguenza la filosofia di Sarri incentrata sul bel gioco: “Si fanno un branco di chiacchiere, allora io ho solo detto che alla fine quello che conta è portare a casa il risultato. E’ normale che per portare a casa il risultato bisogna passare attraverso la prestazione. Noi abbiamo una squadra con caratteristiche diverse da quelle degli azzurri. Il Napoli è tutto fuori che una squadra fisica. Quindi è normale che ha caratteristiche diverse, gioca in modo diverso”. Anche l’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ieri a margine della premiazione come ‘Miglior Sportivo Piemontese dell’Anno’, come riporta l’edizione odierna di “Tuttosport”, ha precisato questo concetto: “Se loro sono l’Olanda di Cruijff, allora la Juventus è l’Italia che è pluridecorata a livello mondiale”.

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Napoli © Getty Images

Sarri Allegri, il Napoli come l’Olanda di Cruijff

“Nella storia del calcio ci sono squadre che segnano un periodo: negli anni ’70 si ricorda l’Olanda e non chi ha vinto. Noi proviamo a fare questo e qualcosa in più. Sono convinto che tra 20 anni questo Napoli sarà ricordato da tutti”, queste dichiarazioni di Maurizio Sarri, pronunciate in sala stampa dopo l’eliminazione in Europa League, hanno scatenato ulteriormente il dibattito tra i sostenitori delle due filosofie.  A differenza di quella gloriosa Nazionale olandese, che incarnì i principi del moderno “calcio totale” ma che venne sconfitta in finale del campionato del Mondo nel 1974 dalla Germania Ovest, il Napoli vorrebbe riuscire a portare a termine il lavoro iniziato tre anni fa per arrivare così a dimostrare che anche con il bel gioco è possibile trionfare in Italia. Con dodici partite alla fine non sarà facile: gli azzurri proveranno, con le unghie e con i denti, a difendere il vantaggio sulla Juventus, pronta a sorprendere al minimo errore gli uomini di Sarri. L’allenatore toscano è riuscito, attraverso uno spartito unico, ad esaltare le qualità dei singoli calciatori in un sistema ben codificato. Le coperture preventive e i movimenti offensivi del Napoli sono ormai ben impressi nelle mente di Mertens e compagni arrivando così a sognare anche di notte le esercitazioni del proprio allenatore, come ha svelato Raul Albiol in una vecchia intervista a Sky Sport: “Facciamo lo stesso lavoro da tre anni, anche quando dormo sogno il lavoro del mister, i movimenti che ci chiede di fare.  Sarri è il primo che mi fa questo effetto a 32 anni, non è mai troppo tardi”. Infine, la polemica tra le due fazioni non sembra placarsi minimamente. Soltanto a maggio se il Napoli dovesse collezionare il terzo scudetto della propria storia, anche i più scettici potrebbero cambiare idea. Ma attualmente voi da che parte state?

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