Genk-Napoli, le solite pagelle: una figuraccia, senza se e senza ma

Genk-Napoli, le solite pagelle: gli azzurri di Carlo Ancelotti frenano in Belgio contro la formazione di Felice Mazzù. Un pareggio che rischia di pesare molto

Ancelotti, Genk-Napoli (Getty Images)
Ancelotti, Genk-Napoli (Getty Images)

Il peggior Napoli della stagione, quello visto contro il Genk quest’oggi, in uno zero a zero che rischia di complicare potenzialmente una qualificazione che, dopo la vittoria contro il Liverpool, sembrava in cassaforte. La squadra di Ancelotti è sembrata senza idee, senza anima e senza identità: un grosso passo indietro che preoccupa. In meno di due settimane, gli azzurri sono stati vittima di un’involuzione ai limiti del verosimile.

Genk-Napoli, le solite pagelle: una figuraccia formato Champions

Meret 6,5 – Probabilmente non pensava che sarebbe stato così impegnato questa sera, e invece ha dovuto metterci spesso i guantoni. Una delle poche note liete nella magra figura offerta dagli azzurri.

Di Lorenzo 6 – A destra è una certezza, a sinistra un po’ meno. Nel secondo tempo viene adattato sulla corsia mancina e paga lo scotto della posizione inedita.

Manolas 6 – E’ sempre puntuale in chiusura, così come essenziale nel gioco aereo. Il greco si dimostra solido e concentrato anche in serate del genere.

Koulibaly 4,5 – Svagato e disordinato, stavolta, bisogna dirlo: partitaccia del senegalese. Kaldou non sta bene e le ultime prove lo certificano.

Mario Rui s.v. – Uscito dopo poco più di un quarto d’ora, la prova del portoghese non è giudicabile. Di certo, un altro infortunio lì dietro per il Napoli sarebbe un disastro.

Callejon 5 – Lo spagnolo è un fantasma, anche se tra le pieghe della partita è uno dei migliori in assoluto. Quest’oggi no, prestazione anonima e quell’occasione gigantesca divorata che grida ancora vendetta.

Allan 4 – Non c’è molto da dire: in queste condizioni, è impresentabile. Non c’è bisogno di avere il palmares di Ancelotti per capirlo. Il tecnico emiliano deve trovare una soluzione. Lo sta esponendo soltanto a brutte figure.

Elmas 5,5 – E’ oggettivamente il migliore dei peggiori quest’oggi, per quanto riguarda la mediana del Napoli. Eppure, Ancelotti preferisce sostituire lui, anziché Allan. Decisione che lascia tutt’ora perplessi.

Fabian Ruiz 5 – Lento, molle, mai incisivo. Oggi lo spagnolo ha dato un saggio dei suoi limiti. Serve continuità, soprattutto se la qualità è quella che ha lui a disposizione.

Lozano 5 – Per sessanta minuti dà quasi senso agli impietosi paragoni con Edu Vargas, poi si sposta sulla sinistra e la musica cambia, seppur un minimo. Il messicano ha bisogno di una svegliata, ma sta ad Ancelotti inserirlo al meglio in questa squadra.

Milik 4 – Non può essere sempre e solo colpa della sfortuna. Il polacco sciupa due, tre occasioni di portata biblica. Ha terminato tutti gli alibi, così non può essere il centravanti di una squadra come il Napoli.

Malcuit 5,5 –  Subentra al posto dell’infortunato Mario Rui e gioca fino al termine della prima frazione sulla sinistra. Fatica e allora Ancelotti lo sposta sulla destra, ma le cose non cambiano molto. Il francese è in difficoltà, da un paio di partite ormai.

Mertens 5,5 – Entrato al posto di Elmas, il belga è il tentativo disperato di Carlo Ancelotti di raddrizzare la partita. Nel finale prova a risolverla un po’ da solo e tende a strafare.

Llorente 5,5 – Discorso assimilabile a quello di Mertens. Il basco è al limite del senza voto, ma qualche occasione per fare di meglio l’ha avuta, soprattutto in fase di raccordo.

Ancelotti 3 – Dispiace, soprattutto perché le idee di calcio di un gigante come Carlo Ancelotti sono spesso innovative e potenzialmente geniali. Compito di un allenatore, però, è quello di dare certezze ed identità ad una squadra e in questo valzer continuo di cambi e sperimenti, il Napoli sembra aver perso entrambi. E sulla base di questo, l’involuzione avuta dalla formazione azzurra è imputabile al 90% alla gestione delle risorse del tecnico emiliano.

 

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