LE PAPAGELLE di Milan-Napoli: Lorenzo il Magnifico, Allan “amico vero”: è il trionfo del metodo-Sarri

Higua Sarri

 

Amici, è un Napoli da lacrimoni. Un Napoli che commuove, che esalta, che entusiasma oltre ogni più rosea previsione. Insigne incanta, Higuain illumina gli spazi, Allan è un alieno e lì dietro funziona tutto alla perfezione. Quattro gol a San Siro, roba da almanacchi illustrati, così come il 5-0 alla Lazio, così come lo spettacolo assoluto che si vede in queste ultime settimane. Un progetto semplicemente perfetto: se l’affresco finale è minimamente all’altezza… vabbè, fermiamoci qui, che è meglio!

 

Reina 6,5 – Deve stare attento: di questo passo rischia di ritirarsi anzitempo per eccesso di noia. E’ ormai un bel po’ che al Napoli arrivano pochissimi tiri in porta, lui si limita a metterci il piglio da capobranco, che visto il disastro dello scorso anno non è poco, anzi. La stessa differenza che c’è se davanti alla porta metti un citofono o un portiere. E che portiere.

 

Hysaj 7 – Chi dopo le prime due partite (!) lo aveva bollato come inadeguato starà mangiando tanto fiele quanto pesa. Presenza costante dall’altra parte del campo, attento sull’esterna e pure in diagonale. Un terzino come a Napoli non se ne vedevano da tempo immemore. Complimenti a Sarri che ci ha creduto fino alla fine, anche se, a dirla tutta, per non cambiare idea dopo una settimana basta essere semplicemente normali.

 

Albiol 7 – Proprio lo spagnolo, emblema assoluto del disastroso inizio azzurro, è allo stesso modo il simbolo di questa crescita vertiginosa di tutti i reparti. La dimostrazione tangibile che i calciatori non imparano e disimparano il calcio come se avessero un hard disk che formattano ogni anno, l’esempio perfetto che soprattutto i difensori giocano come li fa giocare la squadra. Nel suo caso è la classe del Campione del Mondo a fare il resto.

 

Koulibaly 7,5 – Il muro d’ebano è diventato una muraglia insormontabile. Annulla Luiz Adriano, il peggiore in campo e non solo per colpe proprie. Non fa passare un pallone che sia uno, chiude qualsiasi spazio disponibile, gestisce il pallone senza scomporsi un attimo. Lo scorso anno iniziò così e finì che peggio non si può, ma fu anche la squadra ad accartocciarsi su se stessa, specie in fase difensiva. Quest’anno lo step sarà tenere sempre questi livelli qui: se ci riesce a giugno lo cercheranno tutte le big europee.

 

Ghoulam 7,5 – La spinta sulla sinistra è devastante, anche perché l’asse con Insigne consente di aprire delle voragini sull’out presidiato da De Sciglio. Affonda colpi come un peso massimo, spennella la fascia come uno stantuffo e anche in fase difensiva non è così male. Vuoi vedere che la cura Sarri sta dando al Napoli due esterni come si deve?

 

Allan 8 – Il giovane brasiliano – ricordiamolo, è del ’91 – è come l’amico del cuore. Prende botte per te, ne dà quando è necessario e se hai bisogno te lo trovi sempre pronto a lanciarsi negli spazi per te, cosa che lui fa almeno dieci volte a partita. Peccato che Insigne si è già sposato: ad Allan il ruolo di testimone di nozze non gliel’avrebbe tolto nessuno. A friend in need is a friend indeed.

 

Jorginho 7,5 – Baricentro, anzi barometro. Si alza e si abbassa a seconda della pressione della squadra e di quella degli avversari, smista il pallone con tocchi essenziali lasciando le verticalizzazioni prevalentemente ad Hamsik. L’amministrazione del pallone nei momenti topici è delegata a lui, trasformatosi di colpo da ragioniere disoccupato a ingegnere gestionale d’alto profilo. Bastava dargli la possibilità di frequentare l’università giusta.

 

Hamsik 7 – La nuova posizione gli ha cucito addosso la fascia di capitano e i galloni del leader, che in passato difficilmente aveva tenuto davvero in pugno, ma gli ha dato anche l’interruttore del match. Capisce alla perfezione quando è il momento di spingere, appoggiando gli attaccanti, e quando invece è il momento di tirare i remi in barca, aiutando il centrocampo. Stasera fa più la seconda cosa, eppure dà il via all’azione del primo gol, recuperando palla a metà campo e dandola ad Insigne, che di questi tempi è un po’ come metterla in banca. (Dal 28′ st David Lopez sv)

 

Callejon 6 – Il lavoro tattico è quello che è, perché non pensate sia semplice tenere a bada Bonaventura che è il più in palla dei suoi. Il problema è che lì davanti è molto meno lucido del solito, anche meno utile a sviluppare la manovra. Per non parlare del gol sbagliato al 60′, il possibile 0-3 che avrebbe chiuso qualsiasi velleità con mezz’ora di anticipo. Gettargli addosso la croce è ingiusto, ma di certo lì davanti può e deve fare qualcosa di più.

 

Higuain 7 – E’ sempre lì, pronto a colpire come sa fare solo lui, pronto ad inventare la magia che cambia volto al match. La differenza con gli altri centravanti è che lui quando non segna non si eclissa dal gioco, anzi. Sul gol di Allan si porta tutta la difesa rossonera (molto ingenua, va detto) squarciando un buco nero dove il brasiliano si infila che è un piacere. Poi lo splendido triangolo che manda in gol Insigne. Un triangolo equilatero, perché a quelli come il Pipita piacciono le forme perfette. (Dal 35′ st Gabbiadini sv)

 

Insigne 8,5 – Ormai è diventato come Archimede Pitagorico: ogni volta che c’è una storia che lo vede protagonista non ti chiedi più se inventerà qualcosa, ma cosa sarà capace di inventarsi. Stasera è quella palla strepitosa per Allan, altra costante di questo splendido periodo del Napoli di Sarri; poi il meraviglioso triangolo con Higuain coronato con la segnatura personale, infine l’affresco alla porta di Diego Lopez direttamente da calcio piazzato, proprio come il suo idolo Del Piero. Possiamo azzardare: Lorenzo è maturo, pronto per prendere in mano le redini della squadra. Un magnifico fantasista che sta diventando il Magnifico. Non vediamo l’ora. (Dal 28′ st Mertens sv)

 

All. Sarri 9 – Cinque gol al Bruges, cinque alla Lazio, quattro al Milan, con l’unico passo falso contro un Carpi che si difendeva in undici uomini. Soprattutto la capacità di non subire neanche un gol, tranne quello con la Juve, partita peraltro dominata ben oltre il 2-1. Basterebbe questo per certificare il lavoro straordinario di quest’uomo straordinario, che in punta di piedi ha amplificato il potenziale offensivo azzurro riuscendo al contempo a sistemare il vero problema dello scorso anno. Il centrocampo, più che la difesa: la terza linea è una conseguenza della seconda e per capirlo basta studiare la storia del Napoli di Sarri di quest’ultimo mese. Da stampare sui libri e assegnare come compito a Coverciano.

 

di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)

 

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