Insigne, piccolo campione fatto in casa

 

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In Val di Sole è sbocciato un fiore, forse due. Lorenzo Insigne è un predestinato. Il suo show è un regalo di Zeman. De Laurentiis l’ha riabbracciato pensando al futuro: “vuoi vedere che io un Lavezzi, che ho venduto per 28 milioni, l’ho già in casa a costo zero“, deve aver detto a se stesso il patron? Le prime istantanee di Dimaro gli danno ragione. E chissà, ora potrà pure tirare la volata al fratello Roberto, 18 anni, attaccante della Primavera, “una forza della natura come Lorenzo“, per dirla con le parole del patron. La fabbrica dei sogni Insigne&Insigne non chiude mai.

Il gioco. Lorenzo ‘Il Magnifico’, definizione dei tifosi, giocava la scorsa stagione a Pescara da esterno sinistro d’attacco, il ruolo che è stato di Lavezzi. In coincidenza con l’introduzione del nuovo modulo di Mazzarri (3-5-1-1), l’attaccante riparte dal ruolo di trequartista per l’Europa League e, intanto, per tutti i test in programma. Vice-Pandev, poi si vedrà: ma oggi è già domani. “Perché lui e Vargas devono dimostrarmi di essere all’altezza“. Finora ha stupito per la disinvoltura con cui si muove tra le linee: scatto palla al piede, dribbling, l’assist all’occorrenza per i compagni che s’inseriscono in profondità, ma soprattutto la conclusione a rete: probabilmente l’elemento che più ha sorpreso il tecnico. “Ha un tiro secco e potente, si vede che è molto migliorato e che il gioco di Zeman gli è rimasto dentro: certi
automatismi lui ce li ha, talmente li ha imparati bene“. E così può vantarsi pure del titolo provvisorio di capocannoniere: ha realizzato 4 gol in 2 amichevoli, di testa, di destro e di sinistro. L’impressione è che il ragazzo
sia dotato di una tecnica di altissimo livello. E che tutto gli venga naturale: la rapidità di esecuzione apprezzata in occasione del gol decisivo al Bayern Monaco è il suo biglietto da visita. E oggi alle 16, in occasione della terza amichevole prevista col Grosseto (Serie B), Lorenzinho potrà riconfermare quanto di buono visto finora nel secondo
tempo: Mazzarri si aspetta nuovi passi avanti anche da lui.

Il carattere. I genitori Carmine e Patrizia gli hanno dato serenità da piccolo. E lui quella serenità la trasferisce oggi in campo, specie quando c’è da vincere l’emozione dei debutti. La personalità non fa difetto al trequartista: in quella voglia feroce di diventare profeta in patria, di vincere lo scetticismo della gente per il Made in Napoli, di prendersi la gloria con la semplicità di quando giocava col fratellino nel cortiletto sotto casa, si percepisce tutto il carattere genuino di Lorenzo, piccolo fenomeno senza sregolatezze, se non qualche tatuaggio sulle braccia e qualche pubblico rito scaramantico: tra il primo e il secondo tempo della sfida col Bayern è entrato in campo saltellando tre volte sul piede sinistro. La qual cosa lo ha aiutato indubbiamente a farsi baciare dagli dei del calcio, proprio come in un copione di un film perfetto: il Bayern raggiunge il pareggio ma, nel finale, sul più bello, toh, ecco la stoccata di Insigne.

Mascotte. Il compagno Cannavaro, capitano napoletano, scherzando ha detto che lui “avrebbe dovuto segnare al primo tiro, eppure va bene così“. Parole intrise di sentimento che raccontano dell’affetto che i compagni provano per
lui: tutti vogliono proteggerlo dalle pressioni eccessive, tutti lo vogliono, tutti lo cercano, perfino l’asso olandese Robben del Bayern ha scambiato venerdì scorso la maglia con lui e si è pure complimentato (“Sei bravo, continua così, diventerai un campione“). E Lorenzo, che fa? Gradisce e medita un plateale ringraziamento: quel “gol alla Juve” (da dedicare alla gente di Napoli), di cui sente una fortissima esigenza.

Il contratto. Il suo futuro è azzurro. E lui vede solo Napoli. L’accordo ormai raggiunto con la società per il prolungamento di contratto di un anno, fino al 2017 (con un ingaggio da 550mila euro a stagione più bonus: presenze in campo da 30’ e 7 gol come base di partenza), spazza via qualsiasi ipotesi alternativa alla società azzurra per il futuro di Insigne. Il suo valore di mercato si aggira al momento attorno agli 8 milioni di euro, ma è destinato a crescere rapidamente: gli basterà giocare con la maglia numero 24 con una certa continuità in campionato, come si augura
innanzitutto De Laurentiis (e non solo in Europa League), per attirare l’attenzione delle big d’Europa. Perché se l’ex compagno di squadra Verratti è stato acquistato per 12 milioni dal Psg, non sarà forse giusto valutare allo stesso modo Lorenzo, alla luce di un panorama di attaccanti italiani sempre più povero negli ultimi anni?

L’accordo. La stretta di mano tra De Laurentiis e gli agenti del giocatore si trasformerà in un contratto scritto nei prossimi giorni: probabilmente già la prossima settimana a Napoli. Ma la volontà di restare insieme è reciproca, dichiarata, come ha lasciato intendere a più riprese il patron: “Dovrei dare 30 milioni alla Fiorentina per Jovetic? E poi non faccio giocare Insigne? Preferisco un napoletano piuttosto che un calciatore che è capace di chiederti cifre enormi dopo che gioca qui qualche anno. Fate finta che per Lorenzo abbia speso qualche milione“. Più chiaro di così…
Fonte: Gazzetta dello Sport

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