Cresce la ‘scugnizzeria’, il Napoli punta sul vivaio

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Tutti d’accordo allora. A partire dal presidente per finire a Mazzarri, tutti sono con e per i giovani, mai così attuali (che è una loro prerogativa poi) come in questo preciso momento storico del calcio Napoli. Nati, cresciuti e pasciuti nel vivaio, ma da adesso anche valorizzati e soprattutto (trat)tenuti. Ecco la nuova ed a lungo covata tendenza della società azzurra che ora, e più che mai, s’è prefissa di far sbocciare i virgulti in una realtà sempre più vogliosa di ‘cantera’ e di saranno famosi. Perché il calcio dell’immediato futuro, quello del fair play e quindi dello spending review d’obbligo, potrebbe e dovrebbe partire da loro, per assicurarsi il meglio con i prodotti fatti in casa. Anche in questo De Laurentiis ribadisce di avere la vista lunga e non solo lui, perché Mazzarri appare sempre più in sintonia con la linea societaria. Loro sono le nostre promesse e noi faremo di tutto per assecondarne al meglio l’evoluzione e per trattenerli. In poche parole, Barcellona docet, il modello catalano ha fatto breccia. Eccome.

FORNITO – Chiare e anche lungimiranti le parole del tecnico già dal ritiro di Dimaro: “Fornito mi ricorda Hamsik, anche nel temperamento” e poi rilancia “è da valutare la possibilità di tenerlo con noi in rosa“. Una piccola investitura per il talentino calabrese (è nato a Trebisacce 17 anni fa) che s’è messo in bella mostra soprattutto nei minuti giocati contro il Grosseto, ultimo test del Napoli in Trentino. Sua la punizione che ha fatto tremare la traversa e strabuzzare gli occhi a pubblico ed addetti ai lavori. Una sorta di ringraziamento per la convocazione in prima squadra, ma Giuseppe Fornito ha fatto tutta la trafila con grande applicazione, tanto da essere notato anche da Donadoni quando militava negli Allievi nazionali. Portato al Napoli dall’allora responsabile del settore giovanile Santoro, grazie all’agente Francesco Gallina (con Iuliano e Schettino per lui vitto ed alloggio in casa Napoli) ha bruciato le tappe disputando grandi campionati con estro e personalità congiunti, agendo da trequartista o regista centrale, per andare spesso al tiro col mancino. In aggiunta gol e dinamismo, niente male davvero. C’è poi da rimarcare che è stato l’unico giocatore a rappresentare gli azzurri in under 17 nelle gare valide per le qualificazioni agli Europei di categoria. Allora, vogliamo tenerlo o farlo volar via?

 

INSIGNE JUNIOR – Fratello d’arte e sicura promessa. Gli Insigne però non si riducono a due. Oltre al Lorenzo degli exploit, c’è appunto il 18enne Roberto, capitano della Primavera, ma anche il minore Marco (17) piccolo talento della Frattese. Il maggiore, Antonio, è stato penalizzato dalla statura, cosa capitata anche a Lorenzo che però non s’è mai arreso. Per Roberto, che ama svariare in attacco (da seconda punta a trequartista) con cognizione di causa, sei gol nell’ultimo campionato e la doppietta al debutto nel ritiro di Pejo, nel 7-0 rifilato alla Bassa Aunania, sotto lo sguardo attento di Aurelio De Laurentiis, che di sicuro ha apprezzato le evoluzioni di Insigne junior .

CELIENTO E GLI ALTRI – Ecco il difensore del futuro. Daniele Celiento è un destro naturale che ha giocato anche come centrale di sinistra palesando doti non comuni nell’anticipo e nel lancio lungo, guadagnandosi la convocazione di Mazzarri. E poi Soma Novothny (riscattato dal Veszprem, serie B ungherese), altro attaccante testato a Dimaro, con la griffe del terzo gol al Grosseto, di testa, il suo pezzo forte. Un futuro azzurro fra i pali, potrebbe essere per Diamante Crispino (17), casertano, titolarissimo nell’ultima versione della Primavera, decisivo nella conquista dei play off e terzo portiere a Dimaro. Bella gioventù, non v’è dubbio.

Fonte: Corriere dello Sport

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