GRAFICO – Bilanci: Napoli al primo posto, il resto presenta un quadro desolante

 

 

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Napoli promosso, metà della classe bocciata. Sono le pagelle assegnate ai club di Serie A dal team di analisti d’impresa riunito nella piattaforma Leanus. Che per il suo lancio ha scelto proprio il calcio come ‘cavia’ per fotografare un sistema aggregato di società dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale. Gestione squilibrata se sommassimo le venti squadre del massimo campionato, in effetti, ne verrebbe fuori un gruppo industriale da 1,6 miliardi di euro, nella top 100 italiana per giro d’affari. Ma dal punto di vista gestionale (la perdita netta nel 2011 è stata di 285 milioni) questo è un mondo che non si regge in piedi se non attraverso le continue iniezioni di capitale fresco da parte degli azionisti e, in generale, il finanziamento di terzi. Cosa che Aurelio De Laurentiis ha fatto soltanto nei primi due anni in C, insomma nella fase di start-up del nuovo Napoli rilevato dalla curatela fallimentare. Il club azzurro, non a caso, è l’unico a entrare nella categoria ‘star’ della classifica di Leanus.

Metodo  Per stilare la graduatoria sono stati incrociati due indicatori: l’andamento del fatturato rispetto alla stagione precedente e l’indice di solidità economico-patrimoniale espresso dal cosiddetto Leanus Score. Di cosa si tratta? Di un mix di dati di bilancio che sta alla base dei sistemi di valutazione aziendale previsti da Basilea 2, utili per capire se una società sta in salute oppure no. Applicando tutto questo al calcio di Serie A, vien fuori che il Napoli è la sola società a crescere (+17% i ricavi del 2011 rispetto al 2010) in modo sano.

Precisazione Val la pena ricordare che l’analisi è stata fatta utilizzando gli ultimi bilanci disponibili, cioè quelli della stagione 2010-11. Nel frattempo, un altro esercizio è stato chiuso e nelle prossime settimane fioccheranno le assemblee dei soci per l’ok definitivo (diverso è il discorso per quei club che seguono l’anno solare e non la stagione sportiva). Ecco perché la Juventus è stata relegata nel gruppo ‘stuck’. Nel corso del 2011-12 la situazione dei bianconeri è nettamente migliorata, con l’aumento di capitale da 120 milioni, l’immobilizzazione dello stadio di proprietà e la crescita dei ricavi che hanno di nuovo superato quota 200 milioni. Milan (tra i ‘runners’ grazie alle entrate in aumento) e Inter, dal canto loro, scontano le sofferenze patrimoniali che negli anni hanno portato Berlusconi e Moratti a intervenire senza sosta con versamenti o ricapitalizzazioni.

Quadro d’insieme Quel che emerge, in definitiva, è un quadro desolante del calcio italiano, ormai insostenibile nei fondamentali economici. Diverse società, a partire proprio dalle milanesi, hanno cominciato a darsi una regolata tagliando la voce che pesa di più sui conti, quella relativa agli stipendi. Ma è chiaro che chi osserva i club di calcio come se fossero
aziende normali si mette le mani nei capelli. “Non c’è gruppo industriale che abbia un deficit come quello della Serie A“, chiosa l’analista Alessandro Fischetti.

 

Fonte: Gazzetta dello Sport

 

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