Da calciatore prodigio ad allenatore di bambini: il sogno di Alessandro Argento

 

 

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di Tommaso Primo

 

La storia che stiamo per raccontarvi è la storia di uomo comune, un uomo come tanti ma, che nella sua semplicità, nasconde quella caratteristica forse dimenticata dal Calcio moderno e che risponde al nome di ‘onestà’.

Alessandro Argento, classe 1969, maitre di professione, allenatore per indole, ha una storia degna di essere menzionata fra le pagine degli almanacchi più prestigiosi.

Inizia ad avvicinarsi allo sport più bello del mondo da bambino nel quartiere di Cavalleggeri; fin quando al padre, ferroviere, viene assegnata una casa popolare nella zona di Villa Literno.

E’ proprio sul Litorale Domizio che il nostro uomo inizia a farsi conoscere come calciatore, nella squadra omonima al luogo di residenza, prima nella posizione di mediano destro, in seguito come stopper.

Terza, Seconda fino ad arrivare alla Prima Divisione, il tutto alternato allo studio di quella che è ‘la preziosa arte della ristorazione’.

Purtroppo un infortunio al ginocchio ferma la nostra giovane promessa, costringendola al ritiro dai campi all’età di ventidue anni. Subentrano per Alessandro le cose ‘normali’ della vita: un buon lavoro, una bella moglie, due splendidi bambini che allontaneranno lo sport da lui.

Passano gli anni, i bambini crescono nel migliore dei modi, il più piccolo sembra aver ereditato dal papà la passione per il calcio; Alessandro nota tale indole e decide, provocando lo stupore di tutti, di riprendere le scarpette appese al chiodo e seguire in prima persona il promettente figlio.

Il percorso dei nostri eroi (ora sono diventati due) inizierà a prendere una connotazione ben definita che, senza ombra di dubbio, racchiude qualcosa di molto più importante di una semplice carriera calcistica.

Il tutto nasce in una palestra, una semplice palestra di un quartiere popolare di Cavalleggeri, dove un uomo coraggioso, che risponde al nome di Danilo Di Benedetto, mette su una piccola scuola calcio per bambini. Alessandro e Danilo decidono di lavorare insieme …

Il numero di bambini iscritti comincia a crescere vertiginosamente: bambini provenienti da ogni estrazione sociale, diversi per indole, storia e comportamenti, ma per poche ore tutti uguali mentre tirano calci ad un pallone. Si decide di creare dunque una scuola calcio al di fuori della palestra: nasce la Jaguar, ‘policalcistica’ promettente che in soli quattro anni ha raggiunto le 150 iscrizioni.

Alessandro si occupa dei più piccoli; i minicalciatori che vanno a formare la sua squadra, infatti ,vantano date di nascita intorno all’anno 2005 / 2006. Il suo compito è quello di creare un gruppo sano, in cui tutti siano uguali, come fratelli figli di uno stesso padre. Merita tanto incoraggiamento il nostro mister, uomo semplice ma di grande elevatura d’animo, profeta del rispetto verso il prossimo, individuo che vede nel prossimo la realizzazione dei propri desideri.

Il mio sogno è vedere uno dei miei ragazzi nel calcio che conta” queste sono le sue parole, questa la sua missione e, permettetemi di dire una cosa, forse nel calcio che conta ci è già finito.

Lunga vita a mister Alessandro.

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