RIMESSA D’AFFONDO – “Hamšík da prestazione”

 

Gli azzurri perdono l’ennesimo treno-scudetto: è solo pari con un’onesta Sampdoria

 

 

 

di Domenico Ascione

 

Ci risiamo. Il solito centesimo mancante per fare l’euro. Una volta è la coppa, un’altra volta il campo (pessimo, a dire il vero), un’altra ancora la condizione fisica, sta di fatto che il Napoli lassù in cima non ci sa proprio stare; partita fondamentale, ennesima stecca tenorile. Per carità, ci sono anche gli avversari, è chiaro, ma c’è modo e modo di lasciare a terra due punti e non è certo quello visto ieri pomeriggio al San Paolo.

Squadra irriconoscibile, lenta, macchinosa, senza idee, senza grinta, insomma senza genio. Già, perché né Insigne, né Cavani, né Marekiaro, né tampoco il subentrato Pandev hanno saputo accendere la luce che avrebbe condotto l’undici di Mr. Rolex (a proposito, ma a lui l’orologio non glielo fregano mai?) a sole due lunghezze dal cocuzzolo della montagna, dove c’è chi spalanca i polmoni e chi boccheggia. La testa, si sa, ti può far perdere la testa, se non ci sei abituato.

La Juve frena, il Napoli stramazza. Il caso, ahimè, non c’entra più una mazza. La diagnosi è ormai chiara: ansia da prestazione. Avete presente quando vi trovate al cospetto di una Venere reincarnata e… be’, ci siamo capiti, no? Ma dico io, hai l’occasione della vita per accorciare su una zebra ferita e mi fai zero a zero in casa con la Doria? Che sarà pure una bella squadretta, chi dice niente, però non è neanche il Barcellona.

Perciò a mali estremi estremi rimedi: niente Icardi, Floccari o Damião. Prendiamo Rocco Siffredi e risol(le)viamo il problema.

 

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