Benitez: “Sono contento come non mi era mai successo, ci manca ancora qualcosa. Napoli come Liverpool”

 

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Rafa Benitez si è subito ambientato nella città partenopea. Il tecnico spagnolo sembra felice della nuova avventura professionale e rilascia di continuo interviste circa il suo futuro a Napoli o il momento in cui si trova la squadra. Benitez ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sportweek, settimanale della Gazzetta dello Sport. Si parte dalla vita privata: “Fuori dal campo decidono sempre le mogli, noi uomini non comandiamo mai. Ho 4 cani in casa che controllano tutto. La mia famiglia non mi ha seguito a Napoli, le mie figlie studiano in Inghilterra ed hanno 15 ed 11 anni, un’età critica. Sono venute qualche volta da me ed abbiamo visitato questa splendida città insieme. Finora ho visto Napoli sotterranea, Pompei e il Cristo Velato. Chi mi organizza i tour lo fa con saggezzaGli spagnoli mi hanno spiegato che la città è molto simile a Siviglia, le città del sud della Spagna. Somiglia anche a Liverpool: ci si identifica con la squadra di calcio, che spesso è la sola distrazione dai problemi legati alla disoccupazione. Ma, qui come a Liverpool, la gente è orgogliosa e ha grande dignità. Nel tempo libero mi piace giocare a scacchi e al vostro scopone. Qui non sono ingrassato, anzi. Lavoro tanto e non ho tanto tempo per mangiare”.

POLEMICA MATERAZZI –  “Ci sono state già troppe polemiche ma se penso alla finale in Germania dico solo che tra lui e Zidane scelgo il francese. Ho sempre ragione? Ma no, lavoro da tanti anni con le stesse persone, parlo con loro, acolto e poi decido. Sul calcio la pensiamo allo stesso modo, se abbiamo vinto così tanto è perchè abbiamo le idee chiare”.

BENITEZ INSEGNA CALCIO –  “Questo non lo so. Io posso dire che tutta la mia vita è legata al calcio. L’ho studiato all’università e l’ho insegnato, letteralmente, quando ero professore di educazione fisica. Ho allenato i giovani, e anche in questo caso posso dire di aver fatto l’insegnante. Conosco un solo modo per migliorare una squadra: trasmetterle i miei concetti di gioco. Non si tratta di dire: tu fai questo, tu fai quello. E’ un lavoro più profondo, che consiste nel dare ai giocatori gli strumenti per scegliere come comportarsi in ogni fase della partita. Mi piace installare nei miei la fiducia in se stessi. Permettergli di esprimere le loro qualità. Lo faranno se capiscono che applicare la nostra idea di gioco è più importante che neutralizzare quella avversaria. A me non interessa mandare qualcuno a spiare gli altri per dire poi ai miei: attenti che fanno questo e si muovo così. Invece, dico sempre: preoccupiamoci di noi stessi, di fare quello che sappiamo. Poi, in qualche momento della partita è giusto adeguarsi agli altri. Al Napoli manca un 25% per arrivare dove desidero. La squadra ha bisogno di altro tempo per arrivare a un livello superiore. A un livello europeo, cioè. Affrontare squadre come Borussia Dortmund e Arsenal come è successo nel girone di Champions. Squadre di Bundesliga e Premier e prima ancora di club ai massimi livelli per strutture e organizzazione. E’ questo che fa la differenza. Il Napoli, come società, ha bisogno di altro tempo per mettersi al pari”.

IL NAPOLI DI BENITEZ –  “In estate il Napoli ha perso giocatori importantissimi come Cavani in attacco e Campagnaro in difesa. Al loro posto sono arrivati 7 giocatori: comprarne di più senza la sicurezza che i nuovi sarebbero stati migliori di quelli che sono andati via sarebbe stato un rischio sotto tutti i punti di vista. Il problema è aver perso per infortunio giocatori come Zuniga e Mesto. Per questo la nostra fase difensiva sembra più debole. Possiamo ancora sistemare qualcosa, ma giudico il nostro mercato, considerato anche l’arrivo di Jorginho e Ghoulam a gennaio, molto buono. La differenza che c’è tra Italia e Inghilterra è la cultura calcistica. In Inghilterra c’è la cultura del lavoro, in Italia quella del risultato. Perciò siete rimasti indietro. Confermo che qui sono contento come non mi era mai successo in passato”.

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