EDITORIALE – Vincere o giocare


Di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)

 

Vittoria esterna, con tre punti che pesano tanto quanto il secondo posto, almeno momentaneo. Peso specifico importante, per chi per 90′ non ha fatto altro che guardare gli altri giocare. Il massimo risultato col minimo sforzo, per un Napoli che però ha smesso di giocare contro il Genoa e non ha più ricominciato. Ventura ha fatto di tutto per ridare smalto al Napoli, schierando solo in panchina la coppia d’oro Cerci-Immobile, ma gli azzurri con Hamsik-Callejón-Mertens non hanno neanche le unghie per poterlo mettere, quello smalto. Partita equilibrata, monotona, diciamo noiosa e bruttina. Ma il Torino, come da copione, ci prova a dare brio con riparte se neanche troppo imprevedibili. Il Napoli, invece, sottoritmo e svogliato, non pare poter prendere le redini del match. Al rientro dagli spogliatoi il Napoli ci prova anche ad alzare i giri del motore, ma appena si scopre il Torino infila la difesa come col coltello il burro. Chiedere a Meggiorini, che davanti a Reina fa di tutto per non segnare é la spedisce sul palo. Immobile entra e sbaglia da due passi il vantaggio, Cerci subentra e comincia a mandare sotto la Mole il povero Ghoulam. Behrami, Insigne e Henrique sono i cambi di Benitez, che ovviamente manco stavolta rianima Hamsik. La partita si avvia alla conclusione, incanalata sui binari paralleli del più classico pareggio all’italiana. Poi, dall’alba della festività di San Patrizio, Higuain si traveste da irlandese, si beve la difesa granata e brinda col gol che salva la faccia agli azzurri. A risparmio energetico, il Napoli esce dall’Olimpico con Higuain come trent’anni fa ci usciva con Careca. Sperando che il ciclo da aprire possa essere lo stesso. E che tutte le energie tenute a riposo possano essere esaurite il prossimo giovedì

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