NAZIONALE – È davvero Conte l’uomo giusto per la rifondazione del movimento italiano?

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Poche ore alla prima in azzurro di Antonio Conte.
L’allenatore di Lecce partirà dalla sua terra, la Puglia, solo qualche chilometro più in là: sarà infatti il San Nicola di Bari a bagnare l’esordio del nuovo Ct della nazionale, uno stadio che Conte conosce bene vista la militanza biennale alla guida dei galletti tra il 2007 e il 2009, in quella che fu la sua terza esperienza in panchina dopo Arezzo e Siena, la prima di un certo valore vista poi la conclusione.

 

NUOVO CAPITOLO – L’Italia e la Figc hanno affidato all’ex allenatore juventino la patata bollente della rifondazione.
Una necessità viste le ultime magre figure della squadra di Prandelli nel Mondiale brasiliano.
Un uomo di caratura e carattere, Conte, da giocatore prima e allenatore poi: uno che può risvegliare gli spiriti dormienti della selezione nazionale e magari indirizzare in modo diverso l’attività anche dei club del nostro Paese.
Si ricomincerà stasera, dall’amichevole contro l’Olanda di Guus Hiddink, anch’egli all’esordio sulla panchina olandese dopo l’addio di Van Gaal agli orange.
Ma si farà sul serio solo martedi prossimo, quando gli azzurri incroceranno la Norvegia per le qualificazioni al prossimo Europeo francese, e allora le cose cominceranno a farsi serie.

 

MERITOCRAZIA, NON QUESTA VOLTA – La base della nuova Italia sarà, manco a dirlo, juventina: Buffon tra i pali, Bonucci, Chiellini e Ogbonna in difesa. Candreva e Giaccherini, ex Juve, insieme a Marchisio in mezzo al campo, Giovinco con Immobile, Zaza (entrambi scuola Juve) e Quagliarella e Osvaldo, altri ex bianconeri.
Il Conte nazionale non ha guardato molto in faccia alla meritocrazia per questo suo esordio: diciamocelo, giocatori come Giaccherini e Giovinco altrimenti non sarebbero rientrati tra le scelte.
Ma il primo obiettivo di Conte è ora formare un gruppo solido, su cui poter contare nelle gioie e nelle difficoltà, e che possa seguirlo sempre. Un po’ come fatto alla Juventus negli ultimi tre anni.
Poi verrà l’integrazione dei giovani, dei volti freschi: da Padelli e Perin a De Sciglio, Darmian, El Shaarawy, Florenzi e Verratti, finalmente responsabilizzato pienamente vista l’assenza di Pirlo.
Insomma, in attesa degli impegni importanti, non ci resta che affidarci alle scelte di Conte.
All’Europeo si andrà, sarebbe difficile il contrario, ma bisogna andarci in un modo tutto nuovo.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

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