Il Napoli e la maledizione dell’ultimo anno. Quale futuro dopo il secondo quinquennio?

de-laurentiis-e-benitez

 

“Datemi tempo, in dieci anni questa squadra tornerà ad essere protagonista”.
Furono queste, più o meno, le parole di Aurelio De Laurentiis nell’estate del 2004, quando prelevò e salvò il Napoli dal fallimento rimettendolo in carreggiata.
Dieci anni, equamente divisi: un quinquennio per tornare in massima serie, un altro per sferrare l’attacco decisivo ed assestarsi tra le migliori squadre del continente.

 

OBIETTIVO (QUASI) CENTRATO – E in effetti il piano del patron Aurelio non è poi andato tanto distante dalla realtà: il Napoli è tornato in A dopo soli tre anni, baciando anche l’Europa nel primo quinquennio.
Poi l’ingresso nella nuova metà del progetto, con i primi trionfi – le due Coppe Italia – e l’Europa sempre disputata, tra Champions ed Europa League. Peccato solo che il passo più importante, quello Scudetto agognato, sia ancora troppo lontano.
L’unico salto del vuoto azzurro si è potuto registrare per certi versi nella stagione 2009-2010: era l’anno di Donadoni, a cui fu affidata la panchina dopo l’esonero di Edy Reja.
L’attuale tecnico del Parma ci mise poco più di un mese per farsi esonerare: l’arrivo di Mazzarri diede una sterzata alla stagione, ma poi il Napoli chiuse comunque sesto in campionato, alle spalle di Inter, Roma, Milan, Sampdoria e Palermo. Davanti alla Juve, che finì settima.
È stato forse l’anno meno esaltante della recente storia azzurra, l’ultimo del primo quinquennio.

 

EVITARE LA MALEDIZIONE – Così come l’ultimo, ma del secondo quinquennio, è l’anno che gli azzurri si apprestano ad affrontare.
Le incognite sono tante, le delusioni già troppe: l’addio prematuro alla Champions brucerà per tutta la stagione, e il mercato estivo non proprio brillante è un tarlo che ci porteremo dietro almeno fino al prossimo gennaio.
Se ci aggiungiamo il fatto che il contratto di Benitez sembra appartenere alla stessa categoria cui appartengono i segreti di Fatima, il quadro è completo.
De Laurentiis non ragiona se non per progetti: bene, e allora cosa attende il Napoli e i napoletani ben oltre questi primi dieci anni?
Quali altri orizzonti aspettano di essere esplorati?
Il futuro non è nitido, ma non è un problema. Basterà chiarire pochi punti per tornare in carreggiata.
Dalle mani di Benitez e De Laurentiis passa il futuro prossimo del Napoli: ai loro posteri, l’ardua sentenza.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

Impostazioni privacy