EDITORIALE – Abbiamo chiuso la crisi, adesso impariamo a chiudere le partite

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Un gol, uno solo. A volte basta poco per regalare ad una squadra un’inversione di marcia.
Così come è accaduto al Napoli di Benitez, che torna da Reggio Emilia come era tornato da Genova: coi tre punti. E col sorriso, che era poi la cosa che più mancava agli azzurri da un mese a questa parte.
La vittoria spazza via le nuvole sempre più nere che aleggiavano sulla panchina del tecnico spagnolo; la crisi non è finita del tutto, ma più di una vittoria non si poteva fare.

 

CONVINCENTI NEL PRIMO TEMPO – Il Napoli visto in campo in casa del Sassuolo nel primo tempo non è stato male. Britos a sinistra non ha fatto danni, la coppia centrale Gargano-Lòpez non ha qualità ma ha tenuto in equilibrio il baricentro degli azzurri. Ma soprattutto ha fatto bene Zuniga, usato da terzino destro, che ha saputo essere partner perfetto per Callejòn, una locomotiva quasi perfetta nei primi 45′.
A contrastare la poca qualità del centrocampo, ci hanno pensato i quattro lì davanti: Higuain, Hamsik, Callejòn ed Insigne si sono mossi tanto e bene, dandosi e dando alla squadra una mano per tutta la prima frazione.
Conseguenza naturale il gol di Callejòn, imbeccato perfettamente da Higuain, nel replay di un gol visto, rivisto, ma sempre vincente.

 

MA IL SECONDO È DA RIVEDERE – Il secondo tempo, però, non fa fede a quanto visto nel primo. Il Napoli pare involversi e chiudersi su sé stesso, cancellando quanto di buono fatto precedentemente.
Gli attaccanti non riescono a raddoppiare, i trequartisti sembrano svogliati, la difesa va in difficoltà. Il Sassuolo rientra in partita senza aver fatto nulla per volerlo. I cambi di Benitez non fanno tenere alla squadra lo stesso assetto, e aggiungiamoci pure che Hamsik e Higuain lasciano il campo visibilmente contriti.
A pochi minuti dalla fine la traversa del Sassuolo è una fotografia della difesa napoletana: statica, dormiente, sempre in ritardo se si va in affanno.

 

ALMENO I TRE PUNTI – La vittoria smuove il morale e soprattutto la classifica del Napoli, allontanando anche i pensieri alla stagione donadoniana’ con tanto di fallimento del progetto azzurro. Il progetto non è morto, ma più vivo che mai, con tutti gli aspetti da rivedere.
Benitez avrà da lavorare, ma potrò farlo con il cuore più leggero, in attesa di Slovan Bratislava e Torino.
Crisi chiusa o no, per una settimana non dovremo sorbirci le parole “fallimento”, “rivoluzione”, “Reja” e “Delneri”.
La cosa migliore per il Napoli e i napoletani.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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