COLPO DI TACCO – Terry “The Butcher”

Butcher

 

La curiosità apre le porte senza bussare. Avere sete di conoscenza stimola la mente e ti obbliga a cercare sempre nuove varianti alla staticità. Colpo di Tacco vi farà da Cicerone tra le strade delle curiosità, degli aneddoti, delle rivelazioni legate ai calciatori che hanno fatto la storia. E se ci si ricorda di Falcao per le sue giocate, di Baggio per il suo talento, di Pelè in continua lotta con Diego Armando Maradona per il titolo di Re del calcio, non si può tralasciare un aspetto che spesso è predominante nei 90 minuti: la cattiveria. Non quella agonistica, espressione di rabbia e sudore, bensì quella che trancia le caviglie, distrugge i crociati, e ti porta a menare in campo come se si fosse su un ring. Ci occuperemo infatti di quei calciatori che non troveremo negli annali per le giocate strabilianti o per le azioni da film di fantascienza; entriamo in scivolata e a gamba tesa per narrare le gesta dei calciatori più fallosi, violenti e macellai.

 

La lista è molto più lunga di quanto si possa immaginare. Nomi roboanti e non, episodi da film horror e vere e proprie scene da pelle d’oca. Il calcio, si sa, non è un gioco da femminucce, e lo sapeva bene anche Terry Butcher, il sanguinario, pilone di difesa negli anni ’80 dell’Ipswich Town e Rangers Glasgow. Non era un tipino tranquillo, assolutamente. Diverse furono le multe inflitte, sia per liti e risse con i tifosi che calci e pugni verso le porte degli arbitri che a suo dire non avevano diretto la gara in modo corretto. Emblematico l’episodio sul finire di un derby tra Rangers e Celtic: Terry, giusto per arricchire il suo curriculum, aizzò i suoi tifosi contro quelli avversari, scatenando una rissa furibonda. Nella quale ovviamente fece la sua parte, a suon di botte. Meno violento, ma pur sempre agguerrito, nell’impresa vana di fermare un certo Diego Armando Maradona, ai Mondiali dell’86, con tackle devastanti per frenare la sua corsa. Ma si sa, contro il Re del Calcio anche la cattiveria non bastava. Non ci si annoiava con il Butcher in campo, insomma. Ma Terry è ricordato soprattutto per la scena madre, quella che lo ha consegnato agli annali come “il macellaio”, nomignolo curiosamente affine anche al suo cognome. Correva l’anno 1989, e contro la Svezia l’Inghilterra si giocava la qualificazione ai Mondiali di Italia ’90. Terry, capitano della selezione della Regina, a seguito di uno scontro si ritrova con un taglio in fronte. Viene bendato con una fascia bianca, che a seguito di ulteriori e non poco violenti colpi di testa diventa praticamente rosso valentino. Ma non sono cose che possono spaventare uno come lui. Butcher pretese di rimanere in campo fino allo scadere, con lo sguardo indiavolato e con l’agitazione alle stelle. L’immagine splatter di questo calciatore totalmente ricoperto di sangue, al punto che il bianco della maglietta era soltanto un pallido ricordo, è diventata un must, e continua a girare anche su internet come simbolo di quella linea sottile che unisce i calciatori con i macellai. Terry di “butcher” aveva anche il cognome, molti altri invece soltanto il soprannome. Li conosceremo tutti, uno ogni settimana. Stay tuned.

 

di Anna Ciccarelli

 

 

 

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