CRUDELIA DEGOL – …Fino alla Fine!

                                         supercoppa

Al 13 minuto del secondo tempo supplementare, un argentino dribbla la difesa bianconera, rispondendo alla doppietta di Carlitos Tevez e regala il continuo di un sogno a milioni di cuori azzurri sparsi nel mondo, che attendevano questa coppa dal 1990 e che avevano in bocca il sapore della rivalsa per quella finale, rubata, a Pechino in un caldo giorno d’agosto.

Ed è ancora Napoli, oltre il 120′, ancora squadra, testa, voglia e cuore.

In campo, con il timore di non essere all’altezza, ma con la consapevolezza di dover sudare la maglia, di poter lottare ad armi pari, di essere competitivi, veloci, scaltri e desiderosi di portare a casa quella coppa, battendo quella squadra.

Tevez apre le marcature al 5′, ringraziando una negligenza di Koulibaly e spiazza gli animi. Ma i nostri 11 leoni non sono arrendevoli. Alzano la testa, corrono, lottano e con una lucidità, figlia dell’esperienza, non perdono di vista l’obiettivo: Vincere ad ogni costo.

In campo c’è Marek Hamsik, che colpisce il palo al 16′. Uomo squadra: ha dialoghi con le palle recuperate a centrocampo, ha duttilità nel dribblare, ha classe nel calciare, ha nei piedi una voce che gli ricorda che questa partita, questa più di tutte le altre, ha bisogno di lui, di ritrovare il Capitano. E lui l’ascolta, l’asseconda e si fa trovare energico, grintoso, voglioso. Il gol non arriva per il numero 17, ma il supporto alla squadra, le incursioni e la presenza, ovunque, hanno reso onore all’uomo, che più di tutti sentiva il peso di questo incontro.

Non cedono, anzi, dalla ripresa manipolano e spaventano. Higuain con un pallonetto, strabiliante, sfiora il palo, Albiol di testa ma blocca Buffon e Callejon, spento e poco incisivo non trova il gol a tu per tu con la porta avversaria. La Juve trema, e come se trema; arriva al 68′ il gol del Pipita, esulta, correndo verso la panchina, in quel gesto che resterà impresso nella memoria di chi questa Supercoppa l’ha vissuta.

Non c’è da meravigliarsi se in campo decidi che devi lottare fino all’ultimo minuto. Non c’è storia che neghi, la capacità del cuore, oltre che delle gambe e della testa.

Sfortunati i nostri azzurri; ai supplementari, ancora lui, ancora Tevez a gelare le speranze. Ed ancora 11 leoni che non mollano la presa ed arriva, strozzando la gioia di chi era già in piedi dalla panchina bianconera, il raddoppio ed il momentaneo pareggio di Mister Argentina, Gonzalo Higuain. Tutto da rifare, tutto di nuovo in gioco, non è la vostra sesta coppa, non ancora.

I rigori, un terno a lotto, in una notte magica, con una Dea Bendata che a tratti ci ha snobbati, ma che deve piegarsi sotto il peso della giustizia divina.

8 rigori, mette a segno l’esercito azzurro, 8 guerrieri pronti a dare se stessi per questa maglia, lo fanno egregiamente, un Koulibaly che si era già fatto perdonare l’errore sul primo gol di Tevez; El Mota, che ha smosso non pochi santi del Paradiso ma che ha calciato con una CAZZIMMA che non poteva trovare ostacoli e poco importa se Jorginho si fa parare e se Mertens, indolensito, fa lo stesso.

Conta, certo che conta, se Chiellini sbaglia e se Padoin trova sulla traiettoria, un Rafael che ha messo, se stesso, in discussione stasera, per dimostrare che ne commette di errori ma che è capace di farsi perdonare e smettetela di scrivere, ovunque, che Padoin ha sbagliato il rigore, perchè era preciso, alto e potente, non ha sbagliato a calciarlo, è stato, egregiamente, parato da Rafael e come dice Carla :’qui non si tratta di prospettive, angolazioni e baggianate varie. Diamo i giusti meriti a chi ha reso possibile tutto questo. Rafael, stasera, ha conquistato non pochi cuori.’

L’esultanza, al rigore parato, a casa mia, era pari alla curva A. Urla, pianti disperati come valvole di sfogo, dopo ore di ansia ed agonia. I cellulari squillavano impazziti, messaggi e cori come se si fosse tutti su quelle gradinate e nulla era la distanza, perchè UNISCONO questi colori come un patto di fratellanza.

Per strada, la gente urla e canta. Macchine, moto, pedoni impazziti per dare voce alla gioia incontenibile di un popolo che lotta e che merita di essere tutelato e rispettato. Una notte, lunga e meravigliosa, nella cornice di una terra che non conosce orari e che abbraccia i suoi figli, per cullarli, sulle dolci note di una favola.

Non sono servite le parole stasera, non era il momento di confrontarsi, non era il tempo per star li a condannare, errori, che ci sono stati e che si devono evitare. Questa notte, ha una sola voce, unanime, quella del cuore. Quando ami e lo fai forte, quando ami e non lasci spazio alle paure ed ai timori, quando ami e la tua grinta, la caparbietà, la voglia, la forza ti danno una spinta e comandano al cuore di non mollare, nonostante tutto, AVETE GIA’ VINTO.

Grazie per aver reso possibile un sogno.

di Anna Ciccarelli

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