CHI È – Maurizio Sarri, un operaio in tuta per il Napoli

 

Unai Emery, Vincenzo Montella, Luciano Spalletti, Cesare Prandelli e poi Maurizio Sarri. L’ex Empoli era stato messo sin dal principio in coda ad una fila di nomi altisonanti ma alla fine è stato proprio lui il prescelto di Aurelio De Laurentiis. La SSC Napoli, infatti, ha ufficializzato pochi momenti fa l’arrivo del tecnico nato a Napoli ma toscano di sangue. Tra tanto scetticismo, curiosità e fiducia, conosciamolo più da vicino.

Biografia&Carrateristiche

Maurizio Sarri è l’uomo del popolo, quello in cui identificarsi non è difficile. Ma è anche la risposta agli sfiduciati: il lavoro paga sempre, se onesto e persistente. L’ex Empoli si è dimostrato alla guida dei toscani un esempio in quanto a semplicità, impegno quotidiano e sacrificio. La sua squadra è stata perfettamente disegnata dalla sua personalità: non importa quale sia il nome dietro la tua maglia, chi si impegna alla lunga la vince. Lontano dallo stereotipo del tecnico di oggigiorno spesso reticente e pieno di pretese, Sarri è colui il quale ha conquistato la piazza italiana con una dichiarazione oramai celebre: “Sono figlio di operai, ciò che guadagno basta e avanza. Mi pagano per fare una cosa che avrei fatto di sera, dopo il lavoro e gratis. Sono fortunato”. In effetti il rapporto esclusivo e d’amore fra il neo-allenatore azzurro ed il calcio è nato inizialmente come una passione nel dopo-cena.

Nato a Napoli nel ’59 da genitori toscani, rientra a Figline Valdarno e comincia la doppia professione di impiegato di banca e calciatore dilettante. Nei primi tredici anni da allenatore non abbandona mai il suo lavoro principale in banca, fin quando si rende conto che fare il tecnico non è soltanto una passione, ma una priorità e che, soprattutto, i risultati sarebbero arrivati solo impegnandosi mente e corpo sul campo. Non è un caso, infatti, che nel 2005 entrino nel curriculum squadre di spessore maggiore rispetto alle precedenti come Stia e Antella: viene tesserato dal Pescara in Serie B, portando da traghettatore la squadra alla salvezza nonostante il destino sembrava darla per spacciata. Nel 2006 passa all’Arezzo e le sue qualità in materia di gestione del team si fanno notare quando in Coppa Italia regge il passo contro il Milan, che poco dopo avrebbe alzato al cielo il trofeo della Champions League. Successivamente arriva la parentesi all’Avellino e quella al Verona, che considera la sua prima grande chance, la quale tuttavia si chiude con una delusione e conseguenti dimissioni per incomprensioni con la dirigenza. Perguia, Grosseto, Alessandria e Sorrento prima di Empoli: la dimensione ideale è qui che Maurizio Sarri sente di aver trovato. La stagione in Serie B alla guida della squadra si conclude con un secondo posto e promozione nella massima serie. La città è ai suoi piedi così come gli estimatori sportivi nostrani. La prova del nove arriva al primo anno di A: la squadra conquista a suon di applausi la salvezza e Ighli Vannucchi gli consegna il premio “Leone d’Argento 2015”. Nonostante avesse ancora un anno di contratto, Sarri decide di lasciare Empoli al termine della stagione, sentendo di non poter apportare ulteriore contributo alla squadra e desiderando un’avventura più ambiziosa.

Come giocherà il Napoli

Il modulo che importa ad Empoli quando vi mette piede è il beniteziano 4-2-3-1, ma ben presto si rende conto che la squadra non gira bene e disegna una difesa a tre con conseguente 3-4-1-2. Le sperimentazioni tuttavia continuano poiché Sarri non si sente particolarmente convinto del gioco che la sua formazione propone e disegna un definitivo 4-3-1-2, che con ogni probabilità porterà anche al Napoli. La fase difensiva per l’allenatore è fondamentale e le viene dedicato l’intero giorno prima della partita: pressing mai eccessivo ma costante studio del gioco avversario per romperlo in fase di costruzione. Fondamentale a centrocampo sarà invece il ruolo di regista che dovrà piazzarsi davanti alla linea difensiva e gestire il circolo del gioco. Esattamente il mestiere di geometra che quest’anno ha rivestito Mirko Valdifiori all’Empoli e, probabilmente, potrebbe ribadire in azzurro. Il resto dei ruoli saranno adattati alle evenienze, non è un caso che Sarri sia stato definito ‘mister 33 schemi’. Le sue squadre tendono a non puntare particolarmente sul fisico ma sul gioco: tanta attenzione alle situazioni di gioco e soluzioni, che vengono meticolosamente provate durante le sessioni di allenamento. Equilibrio, palla corta e distanze arretrate tra i reparti: queste sono le basi del suo calcio, che potrebbe ridare nuova linfa a Marek Hamsik. Dietro le due punte, infatti, lo slovacco avrebbe modo di muoversi liberamente fra centrocampo ed attacco, una zona cuscinetto che sembra appositamente ideata per la sua fantasia. Ampio spazio ai due davanti, al cui estro (e gli attaccanti azzurri ne hanno) è consegnata la realizzazione dell’opera. Per il resto, non si può far altro che attendere l’inizio del campionato. Nel frattempo: buona lavoro, mister.

 

di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)

 

 

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