La storia è semplice, ma nella sua semplicità ci fa riflettere su una cosa che spesso dimentichiamo: il calcio è un gioco e tutti cominciano a giocarlo sui campi, spesso sterrati, delle periferie. E cominciano a giocarlo quando hanno 10 anni o poco più o poco meno. E lo fanno per divertirsi.
Simone Zagnoni di anni ne ha 13 o 14, non lo sappiamo con precisione. E’ un ragazzino con la maglia numero 7 sulla schiena, quella dell’ala destra. Gioca nell’US Settimo Milanese. Questa mattina, quando ha fatto colazione, sapeva che avrebbe giocato, con la sua squadra, contro l’Aurora Abbiategrasso. Non sapeva che avrebbe incantato due campioni, Gonzalo Higuain e Josè Callejon. Siamo nel primo tempo della sua partita, il bus del Napoli entra nel centro sportivo di Settimo Milanese, dove la squadra dei campioni farà l’ultimo allenamento (un tempo si chiamava rifinitura) in vista della partita più importante della settima giornata di serie A: Milan-Napoli. Il bus costeggia il campo dove Simone sta giocando, e proprio in quel momento c’è un’azione d’attacco della sua squadra. Higuain è seduto sulla sinistra, con una visuale perfetta sul campo di calcio. Insieme a lui Callejon ma anche molti altri ragazzi della squadra. L’azione è bella, fa pensare che si concluderà bene per la squadra che attacca. Higuain fa il tifo, vede che il ragazzo con la palla ha il numero 7 sulle spalle, comincia a simulare una telecronaca, ma vede anche che il numero 9 è in area pronto ad aspettare il pallone. Lo incita a passare la palla al centravanti. Ma Simone decide di fare da solo, un dribbling, un altro e poi un gran tiro dal vertice dell’area.Il portiere non può fare nulla, solo guardarla entrare. Gol ! L’urlo di Higuain e Callejon è simultaneo, la gioia è quella di una rete segnata da loro. La gioia è per Simone Zagnoni, 13 anni che rappresenta tutto: la speranza, il sorriso, la voglia di divertirsi e gioire. Perchè il calcio, non dimentichiamolo mai, è un gioco.
Fonte: sscnapoli.it