WHAT IF – Il Napoli di Sarri distrutto dai dubbi dei tifosi

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Nel mondo del calcio, guardato dal punto di vista degli affollati bar pieni di allenatori in erba, una delle lamentele che è più facile sentire riguarda il fatto che le società ignorino di continuo i bisogni dei tifosi, le loro voglie e richieste, in fase di mercato, di gioco e quant’altro. E’ da qui che nasce la curiosità di capire, restando in ambito azzurro, come sarebbe cambiato il mercato Napoli, e in generale l’attuale squadra di Sarri, se per una volta De Laurentiis avesse deciso di dare ascolto a chi ‘porta i soldi allo stadio’.

TECNICO – I malumori per la scelta di Sarri sono partiti in estate. L’idea di scommettere su un perfetto sconosciuto ha fatto storcere il naso a molti, che si sono fatti scudo della solita dichiarazione di circostanza: “Noi siamo il Napoli e meritiamo rispetto”. Forse però quello stesso rispetto l’avrebbe meritato anche l’allenatore, le cui parole sono state spesso stravolte, con estrapolazioni magistrali come nel caso di: “L’Empoli è il Napoli tra 3 anni”. Una frase che tutti hanno compreso e che non mi va di esplicare ancora una volta, ma che è diventata l’arma più potente nelle mani di chi riteneva Sarri il primo tassello della rovina del Napoli. I tifosi lo avrebbero dunque rispedito al mittente dopo la prima sconfitta contro il Sassuolo, mentre oggi chi parla di Napoli al bar si emoziona e inizia a disegnare triangoli su dei fazzoletti bianchi.

PORTIERI – E’ bastato un anno in solitaria per distruggere Rafael. Il giovane portiere non era pronto a gestire questa responsabilità e le pressioni costanti della piazza, e di certo non è stato aiutato dalla fase difensiva impostata da Benitez. Dargli tutte le colpe però è cosa ingrata. Ad ogni modo i tifosi lo avrebbero mandato via, cosa che il Napoli a dire il vero ha tentato di fare, avallando il ritorno di Reina, che ha messo d’accordo tutti, e consentendo a Sepe di crescere alle sue spalle. L’acquisto di Gabriel non è mai stato compreso dalla piazza, e probabilmente proseguire con la coppia spagnolo-napoletana sarebbe stata una scelta saggia.

DIFENSORI – Nessuno si sarebbe salvato in questo reparto. La maggior parte della tifoseria avrebbe preferito radere al suolo la difesa azzurra, con Maggio troppo vecchio, Hysaj non all’altezza della squadra, Ghoulam inutile, Zuniga disperso, Strinic mai realmente inserito, Britos incompetente, Koulibaly ragazzino sopravvalutato e Albiol vecchio campione giunto a svernare in azzurro. Con Britos volato in Inghilterra, Sarri l’incapace ha dimostrato che la difesa è questione di organizzazione prima che di uomini. Ovvio che ritrovarsi Ramos in squadra possa cambiare gli equilibri, ma facendo comunicare al meglio mediana e difesa è possibile sopperire alla maggior parte dei problemi incontrati nelle passate due stagioni. La ricerca di alternative centrali ha portato infine Chiriches (nonostante il Napoli avesse bisogno di 2 centrali in più, data la condizione di quasi fuori rosa di Henrique), descritto come finito ed ex promessa ancor prima di mettere piede in città.

CENTROCAMPO – Anche in questo caso in molti avrebbero dovuto fare le valigie. Jorginho è oggi titolare e nel giro della Nazionale, ma i tifosi hanno presto dimenticato del talento espresso a Verona, condannandolo per colpe non sue, costretto a difendere invece di impostare. Con l’addio di Inler, l’arrivo di un nuovo centrocampista dall’Udinese non ha fatto fare i salti di gioia a molti supporters. Il centrocampo del Napoli deve fare il salto di qualità, e per molti Valdifiori/Jorginho, con Hamsik e Allan non era sufficienti a garantire copertura e impostazione di gioco. Sorvolando sullo strano caso di De Guzman, in panchina Sarri può contare su Lopez ed El Kaddouri, con il primo mai realmente amato, ma che, in una squadra che gira al meglio, riesce a offrire la sua quantità senza sofferenze, e il secondo che, soprattutto in Europa League, sta dimostrando perché Ventura non avesse intenzione di lasciarlo andare.

ATTACCO – Credo sia quasi inutile sottolineare la bellezza e l’efficacia di questo reparto. Mi concentrerei dunque soltanto sui giudizi dei tifosi al termine della passata stagione. Callejon, avendo smesso di segnare con grande facilità, era chiaro avesse la testa altrove, mirando a un ritorno in Spagna, e magari sbagliando qualche facile conclusione proprio per abbassare il costo del cartellino. Insigne ritiene d’essere una star, e il suo rapporto con i tifosi varia a seconda che riesca a segnare o meno. Higuain invece non è mai stato all’altezza del suo predecessore Cavani. Per l’intera stagione passata sono stati sottolineati unicamente alcuni suoi errori, come nel caso di Napoli-Lazio, quando una gara ormai perduta a causa della fase difensiva, viene rimessa sui giusti binari proprio dall’argentino. Una doppietta presto dimenticata, perché l’affetto di questa piazza è troppo spesso legato ai risultati. Di questo gruppo gli unici a non partire sarebbero forse stati Mertens e Gabbiadini, intoccabili, almeno fino al prossimo periodo di magra.

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

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