Rapina Insigne, parla la moglie: “Già successo in passato, poi restituirono tutto”

Lorenzo Insigne © Getty Images
Lorenzo Insigne © Getty Images

 

Il giorno dopo Fiorentina-Napoli tiene ancora banco la disavventura vissuta da Lorenzo Insigne e sua moglie Jenny, rapinati in pieno centro sabato sera. A raccontare la sua versione dei fatti ci ha pensato la compagna del numero 24 azzurro, che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de ‘Il Corriere del mezzogiorno’: “Qualcosa di premeditato? Non credo. E poi quale sarebbe il motivo? Penso piuttosto che sono cose che possono accadere ovunque, le vittime non sempre sono calciatori. Ci era già capitato più o meno un anno fa: eravamo in via Marina, presero l’orologio di Lorenzo poi lo riconobbero e immediatamente lo restituirono”.

Come è andata sabato sera? 
“C’era molto traffico in viale Gramsci, procedevamo a passo d’uomo. A volte noi donne abbiamo delle sensazioni. Già da qualche minuto mi ero accorta che quel motorino seguiva la nostra auto. Lo avevo anche detto a Lorenzo, ma lui mi ripeteva di non preoccuparmi. Per lui erano tifosi che lo avevano riconosciuto e magari volevano chiedere una foto. Al semaforo è accaduto ciò che temevo, il conducente ha puntato la pistola contro il finestrino intimandoci di aprire lo sportello. Lorenzo ci ha detto di non preoccuparci, avrebbe dato tutto a queste persone e saremmo andati via. In quei momenti concitati mentre i rapinatori erano concentrati su Lorenzo, qualcosa sono riuscita a nascondere”. 

 Poi sono fuggiti? 
“Subito. La mia amica ha anche detto: ma avete capito chi state rapinando? Lui è Insigne. A quel punto, uno di loro ha detto: sì, facci un gol lunedì a Firenze. Lo avevano riconosciuto, certo. E hanno pensato che avrebbero fatto un bottino più sostanzioso” 

Come mai non ha denunciato l’accaduto la sera stessa? 
“Era già tardi, Lorenzo l’indomani doveva essere al campo per l’allenamento molto presto. Poi, sinceramente volevamo correre dai nostri bambini. Lo spavento è stato enorme e volevamo recuperare tranquillità a casa. Peraltro preferivo sporgere denuncia alla caserma di Frattamaggiore dove abitiamo. E così ho fatto domenica mattina. Ho chiesto anch’io a mio marito di fare gol. Per me, per noi. Per Napoli e per il Napoli”.

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