Era successo col Milan, è stato confermato anche a Palermo. E ieri sera, nella Genova rossoblu, un’altra prova evidente. Dries Mertens non punge quando parte dal primo minuto, l’esterno belga si perde nel verde lato di Marassi ed è incapace di fare la differenza con continuità.
Con il blocco tattico su Jorginho operato magistralmente da Rigoni su indicazione di Juric, il Napoli perde smalto e velocità in mezzo al campo, incapace di dare il là molte volte a quella fitta trama di passaggi che serve a sviluppare il proprio gioco. Per ovviare all’inconveniente, Sarri chiede ai suoi di superare l’ostacolo e impostare su Mertens e Callejon per sviluppare le trame offensive. Nulla di buono, però; perché se lo spagnolo dall’altro lato prova almeno a pungere, Mertens è impreciso in praticamente tutte le azioni, non dialogando mai al meglio con i compagni di reparto.
NON VOLA LA CATENA DI SINISTRA
A corrente alternata la gara del belga, viste anche le difficoltà dal suo lato di Ghoulam ed Hamsik; il primo spinge meno del solito, viste anche le necessarie coperture su Lazovic che lo mette spesso in difficoltà dal suo lato, il secondo deve accentrarsi spesso, considerata la gabbia creata dai genoani per Jorginho.
Mertens prova allora a mettersi in proprio, ma quando lo fa ne trova due dal suo lato pronti a coprire per le sue incursioni; riesce ad arrivare in area solo una volta e non finisce con un tiro né con un passaggio. Nel secondo tempo non si vede praticamente mai e Insigne è pronto a prendere il suo posto. Dopo il riposo dello scorso sabato, Sarri si aspettava di più dal numero 14 azzurro, ma nessuno del Napoli di ieri sera lo ha convinto fino in fondo.
Che stiano nuovamente cambiando le gerarchie nell’attacco azzurro?
Saranno Chievo, Benfica e poi Atalanta a dirci tutta la verità, almeno fino alla prossima sosta per le nazionali.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
