#AMENTEFREDDA – Il cammino di Rog e il rimpianto Gabbiadini

 

 

Ad interessare non era tanto il risultato, perché in Coppa Italia e contro lo Spezia non puoi permetterti passi falsi, quanto la risposta che questo Napoli ‘bis’ avrebbe potuto dare in una situazione in cui poteva non essere facile trovarne.
Pochi titolari (Insigne ed Albiol, gli altri tutti oscillanti), Calzona in panchina, una squadra alla partita della vita di fronte; un Napoli giovanissimo da un lato, con i vari Diawara, Rog e Zielinski a dividersi la scena in mezzo al campo, ben più esperto dall’altro, dove Maggio ed Albiol devono tenere a bada l’irruenza dei nuovi arrivati.
Ne è venuta fuori una partita altalenante, un Napoli incapace di gestire e gestirsi nella prima metà di gara e poi bravo a mostrare tutte le sue potenzialità nella seconda, per decidere il match.

IL LAVORO DI SARRI SUL CENTROCAMPO DEL FUTURO

In partite come quella di ieri sera, è il talento a fare la differenza, e questo Napoli ‘del futuro’ di talento ne ha da vendere.
Bravo Sarri, con l’aiuto di Calzona vista la sua squalifica, a regalare una chance in più a chi non ne ha avute tantissime; da qui la scelta di Maksimovic al centro della difesa, con il serbo che ha retto bene al compito, quella di Rafael tra i pali, che ha fatto storcere il naso a qualcuno, ma ha comunque pagato; il brasiliano, dunque, è il secondo di Reina e non Sepe, e, seppur qualche incertezza sul gol l’ha mostrata, ha anche saputo dare il suo contributo sulle avanzate offensive dei liguri.
Ma il lavoro più grande Sarri dovrà farlo in mediana: Zielinski ha sbloccato la gara dopo appena 3 giri completi di lancette e della sua qualità è persino superfluo parlare, ma i suoi compagni di reparto, che pur di qualità ne hanno almeno quanto il polacco, dovranno ancora farne tanta di strada per essere considerati punti fermi di questo Napoli.
Diawara, che di esperienza in Italia ne ha già un bel po’, continua ad alternare momenti di controllo assoluto a qualche sciocchezza di troppo, persino risibile se si pensa che parliamo di un classe 1997 arrivato a Napoli solo un semestre fa. Lo stesso percorso che dovrà fare anche Marko Rog; il croato, ieri dal primo minuto per la prima volta, ha mostrato tutto il suo repertorio nell’arco dell’intera partita, dall’incapacità tattica dettata dalla giovane età all’ardore tecnico, fisico e qualitativo che ne fanno uno dei migliori prospetti mai passati da queste parti.
Il gol del 3-1 confezionato con Gabbiadini è praticamente opera sua; i giocatori dello Spezia ancora si chiedono come fermarlo.

GABBIADINI, BOMBER CON LA VALIGIA

Uno dei maggiori rimpianti della carriera di Maurizio Sarri, però, potrebbe chiamarsi proprio Gabbiadini; il bergamasco ieri è andato in rete per la terza volta di fila dopo Firenze e la gara con la Sampdoria dello scorso sabato. Il filo conduttore del Napoli 2016 e di quello 2017 è proprio lui, l’uomo con in mano una valigia iena di sogni da portare con sé lontano da Napoli.
Il bomber è finalmente diventato bomber, almeno secondo i numeri, proprio ora che a Napoli è arrivato Pavoletti e che l’azzurro sta per diventare un ricordo. Cosa sarebbe stato della sua esperienza a Napoli con l’ambiente ideale e con l’ideale capacità del ragazzo di calarsi nella realtà partenopea?
Non ci è dato saperlo, ma Manolo resterà uno dei più grandi what if della storia del calcio a Napoli.
Il passaggio di consegne per il futuro, poi, è già avvenuto; al minuto 80 la staffetta con Pavoletti, all’esordio, ha tracciato una linea dritta tra quello che è stato e quello che dovrà essere.
L’ex attaccante del Genoa avrebbe anche potuto sbloccarsi alla prima, ma il suo tocco va alto da pochi passi. Peccato, ma domenica Pavoletti potrebbe già rifarsi; il Pescara dietro l’angolo e Sarri vorrà vedere di cosa è capace prima che Milik rientri in gruppo.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

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