GEMELLI DEL GOL – Se Marek e Dries fanno la storia

Hamsik
Hamsik © Getty Images

 

Alla fine il belga l’ha pure preso in giro, perché in dieci anni di Napoli a Marek non era mai capitato: una tripletta bella, vera, convincente, tre gol per prendersi il pallone e il record.
Perché da ieri sera nell’Olimpo dei bomber azzurri di tutti i tempi c’è anche Marek Hamsik, unico centrocampista ai primi posti di questa classifica dei marcatori di ogni epoca.
Un saluto affettuoso a Sallustro e a quell’epoca in bianco e nero, un saluto a tutti gli altri ed un avvertimento a Diego Maradona, l’unico ancora a precederlo.
109 gol per un centrocampista sono roba pazzesca, ma Hamsik quel vizio non se l’è mai tolto; sempre pronto a dare una mano, sempre pronto a segnare gol pesanti, quest’anno ha deciso che anche i panni del giocatore discontinuo doveva toglierli.
Se c’è stato mai un difetto nella sua carriera, infatti, è stato quello; ma in questa stagione ha saputo essere decisivo anche nei momenti di maggiore difficoltà, prendendosi davvero il Napoli sulle spalle quando ce n’era il bisogno.
Quella col Bologna è stata la gara dell’ennesima dimostrazione, tre gol che ne descrivono la qualità, il carattere, l’attaccamento a quella maglia: il primo di testa, il secondo di precisione, il terzo di classe e potenza. Tanto per non farsi mancare nulla.

MA DRIES GLI RUBA LA SCENA

Lo porta a casa il pallone, ma a Bologna si lamenteranno perchè di palloni mancanti ne ritroveranno due.
Anche Dries ha deciso che è la serata giusta per farne tre, per rubare la scena al compagno e soprattutto agli avversari della classifica marcatori.
Tra Higuain, Icardi, Dzeko e le altre prime punte del nostro campionato svetta lui, nonostante un’altezza non invidiabile.
Il belga è il simbolo del Napoli che vuole divertirsi: porta in campo il sorriso, la classe, i gol.
Che sono diventati 20 nella sua stagione tra campionato e Champions. Si può toglierlo dal campo ora? Certo, perché Pavoletti e Milik dovranno avere le loro chance, ma Sarri si porterà dietro la certezza di aver in tasca un’arma da utilizzare quando ne sentirà la necessità.
A Madrid, per esempio, in una serata storica dove la paura non potrà prendere le gambe e il sorriso di Mertens potrebbe fare la differenza.

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

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